LA RECENSIONE. Il bambino con il pigiama a righe

In occasione della commemorazione della GIORNATA DELLA MEMORIA a scuola abbiamo assistito alla proiezione di un film riguardante l’Olocausto Il bambino con il pigiama a righe.

E’ la storia di Bruno, un bambino tedesco. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene incaricato di un lavoro molto importante, perciò è costretto a trasferirsi in campagna insieme alla moglie, alla figlia , al figlio e alla domestica. Presto il fanciullo, spinto da una innata curiosità, inizia a guardarsi intorno, e ad esplorare ciò che lo circonda. Passeggiando nei boschi, si ritrova di fronte all’enorme recinzione che aveva già notato dalla sua camera. Scorge un bambino seduto in un angolo, vestito con uno strano pigiama a righe, decorato con quella che lui crede un’incantevole stella a sei punte. Il bambino, che presto Bruno scopre chiamarsi Shmuel, è di religione ebraica, come tutte le persone che con lui sono lì dentro.

Intanto in casa le cose non vanno molto bene. La mamma scopre il motivo per cui il marito li ha fatti trasferire: doveva presiedere alle attività di un campo di concentramento. Per giorni Bruno torna alla recinzione a trovare l’amico finché, un giorno, non lo trova al solito posto.

Il giorno seguente i due bambini si rivedono e Bruno apprende da Shmuel che suo padre è scomparso da alcuni giorni.
I due si organizzato in maniera da far entrare Bruno nel lager, per ritrovare il genitore smarrito.

Così accade: la mattina successiva Bruno cammina tra la folla di Ebrei; oramai anche lui è condannato alla stessa sorte di tutti loro.

Ignari di ciò che sta succedendo, i due vengono portati in una camera a gas.
Tramite alcuni indizi lasciati inconsapevolmente da Bruno, i genitori risalgono al suo percorso ma purtroppo arrivano troppo tardi: Bruno è oramai morto.

E’ un film molto toccante. E’ stato coinvolgente osservare le vicende di quel tragico contesto storico dal punto di vista di un bambino estraneo a quella realtà. Inoltre è commovente notare come, con ingenuità ed innocenza, i due protagonisti vivano quella tragedia orribile: è lampante come la bontà dei bambini, ancora non plasmati da ideali razzisti, prevalga su tutto. La loro amicizia rappresenta un po’ uno spiraglio di luce e spensieratezza nel mezzo di tutta quell’oscurità e sofferenza. Tuttavia una domanda mi risulta irrisolta: perché, nonostante la consapevolezza delle tragedie del passato, continua a sopravvivere l’odio fra essere umani come noi?

Marta Sagrati 3 C