La sola verità è amarci

‘’Se non ci amiamo, ci distruggiamo.’’

Raoul Follereau, giornalista francese, ha ispirato AIFO e molte altre associazioni, soprattutto in Europa e in Africa. Nel 1936 viene inviato dal suo giornale in Africa dove incontra per la prima volta i malati di lebbra.

Scopre, attraverso di loro, il mondo della povertà e del pregiudizio sociale nei confronti della lebbra che condanna i malati alla solitudine e all’emarginazione. Da quel momento dedica la sua vita alla lotta contro la lebbra e contro tutte “le lebbre”.

Compie 32 volte il giro del mondo, lavorando instancabilmente per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia.

Rendendosi conto che questa malattia non sarà mai vinta fino a quando milioni di persone saranno colpite dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla guerra, allarga il discorso a quelle che lui chiamava le “altre lebbre“: l’indifferenza, l’egoismo, l’ingiustizia.

Scrive ai capi di Stato, propone lo sciopero dell’egoismo, denuncia, senza riguardi per nessuno, l’ingiustizia e l’ipocrisia in decine di scritti e migliaia di conferenze. Promuove nel 1954 la Giornata mondiale dei malati di lebbra(che ricorre annualmente l’ultima domenica di gennaio), celebrata tuttora in 150 paesi.

Nel 1963, per il suo sessantesimo compleanno, chiede sessanta autoambulanze per i lebbrosi del mondo, ottenendone 104.

Nella sua lunga attività in favore dei lebbrosi è riuscito a guarirne circa un milione, ha percorso due milioni di chilometri e raccolto e distribuito ai malati milioni di dollari.

Il suo libro più famoso è ‘’Le livre d’amour’’, pubblicato nel 1920 quando l’autore aveva solo 17 anni, diffuso in 10 milioni di copie e tradotto in 35 lingue.

La sua opera continua a vivere e rinnovarsi nel lavoro di decine di organizzazioni che portano il suo nome. In Italia, l’opera di Raoul Follereau a favore dei malati di lebbra e del Sud del Mondo è continuata dall’AIFO – Associazione italiana amici di Raoul Follereau.

L’Associazione opera soprattutto nei Paesi in via di sviluppo “senza alcuna discriminazione di credo o cultura”.

L’implementazione dei progetti segue un approccio globale ed integrato alla situazione, tutelando in particolare le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione e il patrimonio storico, sociale e culturale della comunità.

Uno degli obiettivi principali è il rafforzamento della partecipazione della comunità, collaborando con questa allo sviluppo del progetto e favorendo un maggiore coinvolgimento della popolazione e di altri partner locali (governi, enti pubblici, ONG che operano in loco) nello stesso.

Più nello specifico, l‘AIFO si occupa di gestire progetti di prevenzione, controllo e trattamento della lebbra e comunque riguardanti la sanità di base. Coerentemente con i suoi obiettivi, gestisce ed implementa anche progetti di riabilitazione fisica e sociale dei soggetti colpiti da lebbra e altre disabilità, con iniziative di promozione dell’autosviluppo (formazione del personale locale, microcredito, formazione di gruppi di auto-aiuto).

Una particolare iniziativa è il Programma “Restituire l’infanzia”, istituito per raggiungere tutti i bambini con disabilità attraverso un approccio personalizzato per ogni bambino (“child-to-child“), con l’azione di insegnanti di sostegno e contemporaneamente di membri della comunità. L’obiettivo è l’integrazione dei bambini nel sistema scolastico, al fine di garantire una formazione adeguata.

‘’Vivere è aiutare a vivere. Non siamo soli in questo mondo. Abbiate l’umiltà di mettere da parte voi stessi. Fate della vostra vita qualcosa che vale’’

Raoul Follereau

ff  In foto due membri sardi, Silvia e Mauro, dell’associazione AIFO con le classi 5 A e B del Malafarina.

Federica Arcidiacono