ALTERNANZA SCUOLA LAVORO?

Esperienza soggettiva

L’alternanza scuola lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ultimo triennio delle scuole superiori a seconda della legge 107 del 2015(La Buona Scuola), ha coinvolto oltre 1.5 milioni di studenti nel 2017. Viene introdotto in maniera universale un metodo didattico e di apprendimento sintonizzato con le esigenze del mondo esterno che chiama in causa anche gli adulti, nel loro ruolo di tutor interni (docenti) e tutor esterni (referenti della realtà ospitante). L’alternanza favorisce la comunicazione intergenerazionale e pone le basi per uno scambio di esperienze e crescita reciproca.

Non solo imprese e aziende, ma anche associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, istituzioni e ordini professionali possono diventare partner educativi della scuola per sviluppare in sinergia esperienze coerenti alle attitudini e alle passioni di ogni ragazza e di ogni ragazzo.

A differenza del tirocinio/dello stage,è un percorso più strutturato e sistematico dotato di obbligatorietà, forte impegno organizzativo con un dispiego di esperienze all’interno di un triennio. Gli studenti devono completare un totale di 200 ore, nei licei, e 400, negli istituti tecnici e professionali.

Tuttavia, non sempre è un’esperienza formativa. Al 14% di quelli che sono andati in azienda, ad esempio, è stato chiesto di svolgere compiti di contorno (fare le fotocopie, portare i caffè, fare le pulizie) e il 12% ha raccontato di non aver fatto nulla. Situazioni a cui, però, fa da contraltare il 33% che ha svolto mansioni pratiche insieme al team aziendale. A una quota simile, invece, le cose vengono solo spiegate (per fortuna anche dal punto di vista pratico); mentre per un altro 10% ci si ferma alla pura teoria. Ma, anche quando si fa qualcosa, non è detto che corrisponda ai propri interessi: per 1 ragazzo su 3 le attività non avevano nulla a che fare con gli studi svolti o con le inclinazioni personali.Tutto ciò spora ad una diffusa insoddisfazione: il 40% dei ragazzi, potendo, non ripeterebbe l’esperienza. Ancora troppi gli istituti (44%) che non danno alternative agli studenti, ma scelgono al posto loro la destinazione; un numero di poco inferiore a quanti, invece, possono selezionare tra varie opzioni (il 56%).

 

 

Al IIS Luigi Galvani di Milano sono presenti alunni, del quarto anno di un liceo scientifico delle scienze applicate , che hanno già superato con grande distacco le ore minime previste.

“ I professori ci hanno assegnato l’ultimo progetto durante il periodo delle vacanze estive, con il titolo de “La Costituzione”. Gli incontri con i tutor esterni sono avvenuti non all’interno della struttura scolastica, ma in una sede esterna dell’Università degli studi di Milano, in via Santa Sofia 9. L’esperienza è durata complessivamente 10 giorni: dal 12/06/17 al 17/06/17 e dal 26/06/17 al 30/06/17.

I tutor esterni erano dei dottorandi molto gentili e disponibili, le aule in cui ci hanno accolto erano adeguate e persino il tema del progetto era pertinente.

Il primo giorno ci hanno spiegato il loro lavoro all’interno dell’Università e mostrato il programma completo. Dopodiché ci hanno diviso in 3 gruppi: il mio gruppo si è occupato di discriminazioni e violenze sui social network.

Durante le ore seguivamo delle semplici lezioni, caratterizzate da interazioni tra lo studente e l’adulto. Abbiamo avuto anche la possibilità di fare attività al di fuori della struttura e una visita al Tribunale di Milano.

Alla fine del percorso dovevamo eseguire una presentazione di una particolare tematica riguardante l’argomento principale; nel mio caso sulla violenza verso le donne sui social network. Il lavoro ha permesso l’espressione della nostra creatività e l’applicazione della capacità di esposizione di un tema contemporaneo.

Dal mio personale punto di vista, i progetti di alternanza vanno approfonditi e gestiti meglio. Inizialmente l’idea mi aveva interessato, ma al termine dell’esperienza mi ha lasciato un po’ deluso, perchè mi aspettavo qualcosa di più strutturato e pratico.”

 

Ken Chen