L’uomo femminista

Laura Roccaro Liceo Scientifico e delle Scienze Umane O.M. Corbino Siracusa

Uno dei più forti pregiudizi riguardo il movimento femminista è l’idea che ogni femminista sia una donna. Ma partiamo dalle basi. Sappiamo tutti che significa “femminismo”?
Il termine “femminismo” per definizione, è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria del’ uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale.
Recenti ricerche hanno dimostrato che “femminismo” è diventata una parola impopolare. Le donne si rifiutano di identificarsi come femministe. Una donna che parla di femminismo viene automaticamente considerata una persona le cui parole sono percepite come troppo forti, troppo aggressive contro gli uomini, perfino poco attraenti. Il motivo per il quale questa parola sia diventata così scomoda, resta ancora un mistero.
Ma la parità di genere non è un problema che riguarda solo le donne ma anche gli uomini. Uomini resi fragili e insicuri dalla percezione distorta di cosa sia il successo maschile. Quante volte si sente dire « Non piangere. Sii uomo.» , « Non fare la femminuccia. » … Maschi che ricorrono a certi comportamenti nel disperato tentativo di rientrare nello stereotipo di “vero uomo”… Non si parla molto spesso di come gli uomini siano imprigionati negli stereotipi di genere che li riguardano, ma lo sono. Ed è di fondamentale importanza che se ne liberino, affinché le cose cambino anche per le donne. Se gli uomini non dovessero essere aggressivi per essere accettati, le donne non si sentirebbero in dovere di essere sottomesse. Se gli uomini non dovessero avere il controllo per sentirsi tali, le donne non dovrebbero essere controllate.
Spesso capita che si crei confusione tra la mancanza di diritti della parità di genere nei confronti dell’ uomo e il maschilismo. Spesso i termini “femminismo” e “maschilismo” vengono posti sullo stesso piano, considerati come significati speculari. Tuttavia si tratta di due concetti diversi e molto distanti fra loro. Basta cercare su un qualsiasi dizionario per trovare la seguente definizione di “maschilismo”: «Atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell’uomo sulla donna». Dunque, “maschilismo” e “ femminismo” non sono parole equivalenti. Sia le donne che gli uomini dovrebbero sentirsi liberi di essere sensibili, di essere forti: è tempo di pensare al genere come uno spettro, e non come a due insiemi di valori opposti. Se smettessimo di definirci l’un l’altro in base a cosa non siamo, e cominciassimo a definire noi stessi in base a chi siamo, potremmo essere tutti più liberi.
Detto questo, quando un uomo si definisce femminista si è soliti pensare che sia omosessuale, alternativo o “femminizzato”. Si può essere di genere maschile e al contempo avere una mentalità femminista. E non per piacere alle donne né tanto meno per difenderle, ma per il semplice fatto di condividere i principi ideologici del femminismo. Però, bisognerebbe notare anche la presenza di uomini che usano il femminismo per posa, senza intraprendere un impegno o riconoscere una priorità. Non esiste un ritratto comune di uomo femminista. Tuttavia, se un uomo non è solito ripetere a una donna di valorizzarsi o di farsi rispettare, perché sa già che il suo sesso ottiene il rispetto da sé, se un uomo non è solito fischiare a una donna che gli passa davanti, se quando una donna mangia un gelato non è solito fare particolari pensieri, se quando viene a conoscenza di uno stupro non accusa l’abbigliamento della donna, bensì lo stupratore, se è sensibile al fatto di guadagnare di più rispetto a una donna, se non giudica una madre single, se non svalorizza il dolore che non conosce, può definirsi femminista.
Gli uomini sono meno oppressi e svantaggiati delle donne, ma possono conoscere l’oppressione e lo svantaggio e dunque anche imparare ad immedesimarsi nella condizione delle donne. Dunque, non bisognerebbe essere preoccupati della parola “femminista”. Uomini e donne dovrebbero usarla per descrivere se stessi tutte le volte che vogliono. Ed oggi, ogni volta che il termine “femminismo” viene in qualche modo disprezzato, bisognerebbe ricordare che non è la parola a essere importante, bensì l’idea che essa rappresenta.