Sexting: non è un gioco!

Dal gioco alla depressione, la nuova, pericolosissima, moda: il sexting.
Nato con l’arrivo delle nuove tecnologie, è un problema che riguarda molte più persone di quanto si porterebbe immaginare e di cui si dovrebbe discutere di più, soprattutto nelle scuole, visto che i giovani sono i più a rischio, e la maggior parte di loro non ha la minima idea delle pericolose conseguenze che ne possano derivare.

CHE COS’E’-
La parola sexting deriva da sex, sesso, e text, testo, e consiste nello scambio di messaggi e soprattutto foto e video provocanti, tramite smartphone e pc. Il fenomeno, nato negli Stati Uniti, al contrario di quanto si possa pensare, è molto diffuso tra adolescenti e non, tanto che il 20% dei ragazzi americani tra i 16 e i 19 anni lo ha provato almeno una volta.

ATTENZIONE-
Il problema è che, come tutto ciò che viene condiviso in rete, anche le foto diventano di dominio pubblico e non si può mai sapere chi le riceve, che uso ne farà, e se le condividerà con altre persone. Il rischio è che le foto o i video inviati al proprio ragazzo/a per una serie di motivi vengano diffusi a più persone, creando gravi problemi al soggetto ritratto, sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista della reputazione on line e non, che potrebbe essere rovinata per sempre, considerato che tutto ciò che viene caricato su internet ci rimarrà eternamente. In Italia, e non solo, si sono già verificati diversi casi di cyberbullismo, ma anche casi relativi a foto hot di celebrità, scattate per uso personale e poi trafugate e diffuse sul web.

PREVENIRE MEGLIO CHE CURARE-
Per evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli, bisognerebbe prima di tutto evitare di “chattare” con persone sconosciute, e sicuramente non inviare, neanche al proprio fidanzato/a, foto hot che possano risultare imbarazzanti. Ma se proprio non si può evitare di scambiarsi immagini “piccanti”, è consigliato evitare di fotografare il viso, in modo tale da non essere facilmente riconoscibili. Importante è anche non esagerare con i messaggi di testo, evitando di scrivere cose di cui ci si potrebbe pentire, perché anche gli “screenshot” delle chat possono essere diffusi e creare situazioni spiacevoli.

Pupo Simone
ITE E. Tosi, Busto Arsizio