Gower Street- La via verso la felicità

Tutto ad un tratto, senza neanche accorgermene, mi ritrovai a passeggiare per Gower Street una piccola via che costeggia il St. James park e che ospita piccole casette.
La strada era deserta, potevo solo udire il soffiare incessante del vento, che passando tra gli alberi ormai secchi faceva cadere la poca neve che era rimasta su di essi.
Mi strinsi nel mio cappotto rosso raggelata dal freddo pungente di febbraio quella via così insignificante per molti, era una via da attraversare velocemente per giungere alla destinazione tanto battuta. Per me , però, questa era la destinazione e lo era sempre stata.
All ‘ improvviso qualcun altro passò, forse un altro amante dei silenzi , che preferiva la quiete della periferia al brusio di un piazzale. Capelli fulvi e un paio di occhi cerulei. Fu questo che mi bloccó , non riusciii ad avanzare di un solo passo. Rimasi lì forse per qualche frazione di secondo, aspettando che il mio cuore riprendesse a battere.
Lo guardai più attentamente, ancora incredula. Era lui, sì proprio lui…Tom!… Il ragazzo con cui avevo condiviso tutta la mia infanzia e per cui ancora oggi provo un affetto speciale, unico che alle volte sembra sconfinare nell’amore .
II ragazzo dai capelli rossi che aveva riempito la mia vita da sempre, aveva acceso in me improvvisamente una felicità breve, fugace che scomparve insieme a lui. Non lo vedevo da secoli….da quando suo padre dopo aver perso il lavoro ed essere caduto in miseria, lo aveva cacciato di casa a soli diciotto anni.
All’epoca tentai di aiutarlo in tutti i modi possibili, ma lui, che credeva soltanto nelle sue forze, mi respinse e si dileguò una notte di dieci anni fa, senza neanche un accenno di saluto.Scomparve in un battito di ciglia diventando un ricordo sfocato.
Ma adesso era lì di fronte a me! Lo vidi aprire la porta, ed essere travolto da due piccole figure che l’abbracciarono forte. Capii che erano i suoi figli. Lo vidi felice con loro e per la prima volta lo vidi sorridere davanti a un pezzo della sua nuova famiglia.
Il tempo per me era come se si fosse fermato per sempre e nonostante Tom non mi avesse più chiamato e sentito in nessun modo, la mia gioia nel vederlo finalmente sereno sovrastò tutto e tutti!
E fu allora che capii che amare non vuol dire possedere l’altro, anche se crescere fa male!!!

Carolina Camilletti – Liceo Scientifico Internazionale- Tommaso Salvini_ Roma
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