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Dr. Frankenstein esce dalle pagine e sconvolge il mondo con il primo “trapianto di testa”

Il dottore italiano Sergio Canavero, come aveva annunciato più volte durante gli anni, nel dicembre del 2017 ha effettuato in Cina il primo trapianto di testa, con dubbi risultati…

di Sara Ruia

Il neochirurgo torinese Sergio Canavero aveva annunciato dal 2013 di voler effettuare  il primo trapianto di testa su un essere umano e la conferma è arrivata nel 2015, quando il “dottor Frankenstein“, come è stato definito ironicamente da molti critici, oltre a esporre il suo ambizioso progetto, ha anche fissato una data: dicembre 2017.
I risultati degli esperimenti sostenuti in precedenza su topi e primati, presentati dai promotori del progetto “Heaven” ( lo stesso Canavero e il dottor Xiao-Ping Ren) come un bagaglio di successi, sembrano in realtà per alcuni team di esperti un qualcosa senza alcuna evidenza scientifica. Analizziamo infatti gli esperimenti divulgati da Canavero in questi due anni e mezzo:

  • il primo, pubblicato anche su una rivista scientifica, dimostra come sia possibile il trapianto di una testa di un topo su un altro esemplare vivente; il risultato: un animale a due teste, e la morte entro breve della testa innestata
  • nel secondo caso è stato eseguito un vero e proprio trapianto, ma il corpo della scimmia sottoposto all’intervento e la testa utilizzata, una volta uniti, hanno portato il soggetto risultante a un irreversibile coma vegetativo, e al successivo distacco delle macchine dopo 20 ore per ragioni etiche

Alla fine dell’anno precedente quindi Canavero e il suo team hanno eseguito, a detta loro con successo, l’operazione … tra due cadaveri. La testa è stata portata alla temperatura di 15° per evitare i danni che avrebbe riportato la mancanza di ossigeno al cervello, ma è bastato? È possibile considerare un successo il trapianto se poi gli effetti da questo derivanti sono sconosciuti?

Non sappiamo infatti, in caso di operazione su un paziente in vita,  se il corpo verrebbe rifiutato o rigettato dalla testa o viceversa, e neanche se i nervi contenuti nel midollo spinale siano stati uniti e “riparati“ con successo dalla sostanza quasi miracolosa presentata da questo scienziato avvenirista (glicole polietilenico, in sigla Peg, un gel usato sia in biochimica che in restauri), in quanto appunto eseguito su di un cadavere.

Canavero ha annunciato che il prossimo passo sarà eseguire l’operazione su una persona vivente e anestetizzata dalla testa in giù. Ma possiamo davvero prestare fede alle sue parole? Per ora la possibilità – a detta di molti illustri scienziati – è ancora lontana, se non irraggiungibile.