L’immigrazione in Italia

L’Italia è divenuta negli ultimi decenni un paese di immigrazione, in quanto si era diffusa un’economia sommersa, che alimentava un mercato del lavoro svincolato da qualunque regola.

Negli ultimi anni sulle coste italiane sbarcano, attraversando irregolarmente i confini marittimi, sia profughi che migranti economici. Sono persone che provengono dalla Nigeria, Somalia, Eritrea. Molti provengono dalla Siria, teatro di guerre e massacri, altri dall’Afghanistan e Iraq.

Ad arrivare in Italia sono soprattutto uomini e minori non accompagnati. La gran parte degli sbarchi avvengono in Sicilia, Calabria e Puglia. L’Italia anche per la sua posizione geografica rappresenta per questi immigrati il punto d’arrivo per scampare dai mille pericoli del loro paese e della attraversata in mare sui barconi ma il punto di partenza per andare in Europa a cercare una vita dignitosa o per ricongiungersi ai propri familiari.

Oggi molti italiani hanno paura delle migrazioni, non perché siano ostili alle persone dei migranti, ma perché vedono che l’emergenza è gestita male, e soprattutto non ne vedono la fine. L’impressione è che il governo e gli enti locali non sappiano organizzare sia l’accoglienza, sia i rimpatri; e soprattutto non riescano a disegnare un orizzonte che dia ai cittadini quella sicurezza soprattutto psicologica. Il tentativo di coinvolgere l’Europa sta dando i primi risultati, ma gli italiani sanno che le guerre civili nel Nordafrica e in Medio Oriente non sono affatto finite, che per stabilizzare l’area serviranno anni se non decenni; e non intravedono ancora né le regole né le azioni che consentano di salvare i profughi, sottraendoli ai trafficanti di uomini.

L’Italia si è trovata spesso sola a far fronte a questa situazioni molti paesi europei come Danimarca, Gran Bretagna, Polonia , Francia hanno detto no alla distribuzione delle quote di migrazione. Dopo varie riunioni la Commissione Europea ha introdotto questo meccanismo di distribuzione degli immigranti presenti sul territorio europeo tra tutti Stati membri ma il nostro paese si trova spesso solo a gestire afflussi improvvisi di migranti e anche l’attuazione di questo regolamento richiede moltissimo tempo e disapprovazione dagli stessi Stati membri.

Alessandro D’Antoni