Learning How to Learn, imparare ad imparare

Il nostro cervello segue dei percorsi neurali, paragonabili a delle strade che – se conosciute – sono più facilmente rintracciabili. Ecco come, dunque, possiamo migliorare le nostre capacità di apprendimento

di Alessio Cancellara

La prima cosa da sapere quando si cerca un nuovo metodo è che il cervello segue dei percorsi neurali, paragonabili a delle strade che, se conosciute sono più facilmente rintracciabili. Da questo esempio possiamo intuire che se il ragionamento da noi seguito è già stato fatto, i collegamenti neurali saranno più veloci, sia nell’essere trovati che nell’essere seguiti. In questa situazione il nostro cervello si trova in modalità focus (focalizzata o attenta)

Quando invece non facciamo qualcosa che impegna la nostra mente, quest’ultima si trova in modalità diffuse (diffusa o rilassata). In questa fase la mente non segue un percorso logico e per questo trova, molto spesso, l’inizio di alcuni collegamenti neurali che ci porteranno in futuro a scoprire, studiando, altri ragionamenti.

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Collegamenti da scoprire

Collegamenti già ben scoperti

I metodi più consigliati per studiare sia a casa che per i compiti in classe sono principalmente 2:

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Metodo Pomodoro

Il “metodo pomodoro”, dal timer dell’ inventore a forma di pomodoro, consiglia di studiare per 25 minuti senza nessun tipo di distrazione e di riposarsi 5 minuti; nelle pause sono consigliate azioni che distraggano la mente come lo stretching (comunque non è consigliato l’utilizzo di tecnologia)

Start to Hard, Jump to Easy

Un metodo consigliato sia per i compiti in classe che per gli esercizi a casa, è quello di individuare gli esercizi difficili e partire da quelli; una volta cominciati, se ci troviamo in difficoltà, saltare a quelli facili. In questa fase, mentre svolgiamo l’esercizio facile, il nostro cervello ragionerà in background con gli strumenti che possiede; in questo modo una volta che avremo finito l’esercizio facile, potremo tornare su quello più difficile.

Per imparare meglio, è consigliabile passare da una modalità all’altra permettendo così al cervello, di sviluppare le idee raccolte in modalità diffusa.

Possiamo prendere, per esempio, due personaggi molto famosi nella storia:

Salvador Dalì: come sviluppo delle nuove idee per i suoi quadri, si rilassava sulla sua poltrona con in mano un mazzo di chiavi. Il suo cervello andava così  in modalità diffusa e pensava le linee e tutti i tratti per il nuovo quadro. Quando però il pittore cominciava ad assopirsi, il mazzo di chiavi cadeva a terra e lui si svegliava: cosciente di tutte le idee raccolte in modalità diffusa, le riorganizzava in modalità focalizzata e riusciva a dipingere i suoi quadri

Molti potrebbero pensare che questa tecnica non possa essere utile in cose che richiedono maggiore impegno, mentre è proprio il contrario. A proposito di ciò, la seconda persona presa ad esempio) è:

Thomas Edison

Thomas Edison

Come il pittore spagnolo, per le nuove invenzioni, si rilassava sulla sua poltrona con delle sfere di acciaio in mano: mentre si assopiva, le sfere cadevano e lo svegliavano. Con questo metodo riusciva a elaborare le idee che il suo cervello aveva raggruppato mentre era modalità diffusa: in questo modo inventò la lampadina