Pepper, il robot quasi umano

Pepper è un robot capace di capire i tuoi sentimenti, interagire con te e aiutarti dandoti dei consigli, oltre a svolgere varie attività professionali

di Federica Vona e Eleonora Dell’Omo

Il robot Pepper è prodotto da Aldebaran Robotics per Softbank, la più importante società di telecomunicazioni del Giappone, che punta a farne il suo commesso “ideale” capace di dialogare con i clienti, consigliarli, fornire informazioni su singoli prodotti. Abilità che nei mesi a venire Pepper potrà solo accrescere, visto che è programmabile e riprogrammabile grazie a un software SDK intuitivo utilizzabile con un po’ di pratica anche da principianti di tutte le età

Che Softbank stia puntando molto sul suo robot Pepper lo testimonia anche un accordo con IBM. Il simpatico umanoide grazie a questa intesa avrà un nuovo “cervello” basato su Watson, il supercomputer di IBM che potrebbe potenziare la capacità di questo androide di comprendere e rispondere a domande formulate nel linguaggio umano e di elaborare dati, anche a fini commerciali

Ma parliamo ora un po’ di lui… Pepper è alto 120 centimetri e ha un peso di 28 chilogrammi, si muove su due ruote e interagisce con noi umani con un tablet che si trova all’altezza del dorso, e grazie a quattro microfoni direzionali che si trovano nella sua testa; è in grado di rilevare la provenienza del suono e voltare la testa nella tua direzione. Questi microfoni sono anche in grado di rilevare il tono di voce e interpretare il tuo stato emotivo. Ha una fotocamera tridimensionale e due telecamere HD che gli permettono di riconoscere immagini, oggetti e volti. Ha un’autonomia di 14 ore e una telecamera 3D gli consente di interagire con l’ambiente e con gli esseri umani fino a una distanza di tre metri

Grazie alle sue ruote multidirezionali può muoversi in tutte le direzioni alla velocità di tre chilometri orari. È dotato di venti motori che gli conferiscono l’abilità di muovere testa, schiena e braccia. I suoi sei sensori laser gli permettono di rilevare ostacoli al buio, anche se questo umanoide non è in grado di vedere in assenza di luce. Inoltre possiede due sensori ad ultrasuoni e tre rilevatori di ostacoli

È in grado di rilevare se sei contento o triste, se ti sorprendi per qualcosa o se sei arrabbiato, analizzando il tono della tua voce, la posizione della testa e la postura che assumi mentre parli. Dialoga in diverse lingue, tra cui l’italiano. È connesso sempre ad internet e ciò gli consente, quando ne hai bisogno, di suggerirti una ricetta, di tenerti informato su cosa è successo nel mondo nelle ultime ore piuttosto che tenerti aggiornato nelle previsioni del tempo

Pepper è stato programmato anche per vivere con te. È un robot da compagnia, il suo scopo è quello di dialogare e intrattenere ogni componente della tua famiglia, compresi i bambini, quindi non devi aspettarti da lui che sia in grado o impari a pulire la camera o che sappia svolgere altri lavori domestici. Più vive in famiglia, più impara a conoscere i gusti e le caratteristiche di ogni componente e a soddisfare i bisogni e le curiosità di ciascuno. È in grado di memorizzare i tratti della tua personalità e le tue preferenze, si adatta gradualmente ai tuoi gusti e abitudini.

Pepper non è solo un robot casalingo, può svolgere per esempio il lavoro di commesso nei negozi, consulente bancario o assistente di bordo su navi da crociera. Marchi come Nestlè e Loft sono stati tra i primi ad averlo “assunto” come commesso per alcuni punti vendita giapponesi: anche in questo caso a fare da apripista è stato il Giappone, da sempre particolarmente sensibile alle novità tecnologiche.

Costa Crociere ne ha fatto uno steward per gli ospiti delle sue crociere. Inoltre il numero di aziende che utilizzano robot nelle loro attività è in crescita: il settore turistico è tra quelli più sensibili. Dopo il successo in Giappone, nel 2017 Pepper ha debuttato negli Stati Uniti, poi sarà la volta dell’Europa e quindi anche dell’Italia.

Ultimamente Pepper è stato in servizio nel reparto di pediatria dell’ospedale di Padova, per distrarre i piccoli pazienti prima di un esame o di una terapia. Dei ricercatori hanno pensato di assegnare al robot un compito più difficile ovvero interagire anche con bambini affetti da patologie invalidanti, per esempio non in grado di comunicare con la propria voce. Con un software Pepper è in grado di essere controllato attraverso il pensiero ricevendo i comandi attraverso un elettroencefalogramma