INTERVISTA

Venafro venne bombardata il 15 Marzo del 1944, a causa di un tragico errore degli americani. Verso le ore 9,30 una formazione di fortezze volanti scambiò monte Santa Croce sotto cui è arroccata la città di Venafro, per Montecassino e lanciò il suo carico micidiale di bombe; una seconda, vedendo il fumo e ritenendo che quello fosse il bersaglio, ne seguì l’esempio; e così altre ancora per non meno di mezz’ora. Venne colpita la zona nord di Venafro, quella che va da Portanova verso la Cattedrale.

Centoquaranta furono i civili morti durante il bombardamento, che ebbe fine solo alle 12,00.

1.Quanti anni avevi il 15 Marzo del 1943?

Stavo per compiere 12 anni, a Luglio.

2.Dove ti trovavi durante l’accaduto?

Mi trovavo al lavatoio di Venafro, e come tutte le ragazzine della mia età, ero lì per lavare i panni dei soldati francesi.

3.In che momento della giornata è avvenuto il bombardamento?

Era mattina, intorno le 12,00. Essendo aerei alleati mai avrei pensato che avrebbero bombardato. Appena infatti sentito il rombo, con le amiche per divertirci, abbiamo cominciato una sorta di gioco, per vedere chi riusciva a contare il maggior numero di aerei.

4.E cosa hai fatto una volta capito l’attacco degli americani?

Ho finito di lavare i panni, poiché avevamo bisogno di quei pochi soldi che i francesi erano disposti a darci, non avendo nulla da mangiare. E, nonostante la paura, sapevamo che dovevamo finire il nostro lavoro.

5. Un volta finito di lavare i panni, dove sei andata?

Ho cercato di arrivare in una casa lì vicino, ma le bombe cadevano continuamente ed io non riuscivo a camminare. Così mi sono buttata a terra, anche se non sapevo come muovermi, poiché era la prima volta che mi trovavo coinvolta in un evento del genere.

6. Finito il bombardamento cosa hai fatto?

Sono tornata a casa, ho posato i panni, e mi sono incamminata verso la montagna, dove si trovavano i soldati con una signora, amica dei miei genitori.

7. E cosa hai fatto dopo, sulla montagna?

Non ho avuto il tempo di fare nulla, poiché una volta arrivata lì, hanno iniziato di nuovo a cadere bombe, ed io, rimasta ormai da sola, mi sono avviata con un gruppo di persone verso Pozzilli. Durante il tragitto, però, sono stata colpita, anche se lievemente, da una scheggia. Fortunatamente, ci siamo imbattutti in una truppa di soldati americani, che ci ha accompagnato a Pozzilli dove poi mio padre è venuto a prendermi.

8. Una volta tornata a Venafro, dove sei andata?

Sono andata al palazzo Armieri,a ppartenente ad una famiglia di medici, per farmi visitare, ed eventualmente curare. Solo una volta tornata a casa mi sono resa conto della tragedia e ho appreso con immenso dolore della morte di persone con le quali solo fino a poche ore prima condividevo il lavoro.

Lorenza Cicerone, ISISS A. GIORDANO