INTERVISTA

Oggi intervistiamo una signora di 81 anni di Capriati a Volturno, piccolo paese in provincia di Caserta, confinante col Molise. La signora si chiama CleoNice Bucci, che ci racconterà la storia di come, un “semplice” pianoforte abbia salvato la vita a lei, suo fratello e sua madre durante la Seconda Guerra Mondiale. La prima domanda che poniamo alla signora Nice, come preferisce essere chiamata, è dove successe l’accaduto. “È successo dentro casa, durante la guerra. Stavamo nascosti dentro casa, per paura dei soldati, mia madre proteggeva me e Giovanni, mio fratello, dandoci un riparo e una protezione dalle truppe” “Cosa successe in quell’istante?” “Mentre eravamo nascosti in casa, ci fu un’irruzione da parte dei tedeschi. Mia madre era stata per 30 anni negli Stati Uniti d’America a lavorare. Quando entrarono i tedeschi, vedendo suppellettili e sentendo l’accento statunitense, pensarono che fossimo americani.” “E cosa fecero i tedeschi?” “La prima azione fu quella di puntare una pistola alla testa di mia madre. In quel momento pensammo fosse tutto finito.” “E come avete fatto a scampare al peggio?” “Ecco, in questo momento entra in gioco il pianoforte. Mia madre era maestra di musica, e aveva questa grande passione per il pianoforte. Negli USA mise da parte dei soldi per poter conprare questo piano, che poi riuscì a portare qui in Italia. Appena i tedeschi videro lo strumento, successe una cosa ai limiti dell’immaginazione.” “Cosa successe? Perché un pianoforte vi salvò la vita?” “Il pianoforte è di marca tedesca (Weber n.d.r.) e appena i soldati lo videro, si guardarono tutti in faccia. In quel momento, un soldato, di cui ancora ricordo il volto, carnagione pallida, biondo, con gli occhi verde speranza, si staccò dal gruppo, prese lo sgabello, si mise comodo ed iniziò a suonare una melodia che ci generò paura, emozione e tanta tristezza.” “Cosa successe poi?” “Il ragazzo chiuse il pianoforte, e chiese a mia madre perché lo avesse, e finalmente riuscì a spiegare ai tedeschi tutta la storia, dicendo loro che era italiana e non americana. Una volta capita tutta la situazione, i soldati ci lasciarono andare e ci diedero del latte per mio fratello, che allora aveva 4 anni.” “Dunque un pianoforte vi ha letteralmente salvato la vita! In conclusione, a diatanza di molti anni, cosa le torna in mente guardando il pianoforte?” “Mi ritornano in mente due persone: in primis mia madre, che ci è stata sempre vicino e non ci ha abbandonato mai, che con una passione è riuscita a tenerci in vita. In secondo luogo, quel ragazzo dagli occhi lucidi e dai capelli chiari, che con le dita creava una splendida melodia. Ed oggi, ogni volta che mi siedo di fronte quei tasti bianchi e neri, penso a come siamo stati fortunati. In questo caso l’arte ha fatto in modo che potessimo continuare a vivere!”

Minicucci Cristiano