• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Nella vita volete abbattere il costo o volete migliorare la qualità?

Nella vita volete abbattere il costo o volete migliorare la qualità?

«Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione

Piero Calamandrei

Dopo 18 mesi di lavori dell’Assemblea Costituente, il testo della Costituzione(basato sui principi di democrazia e uguaglianza)  viene approvato il 22 dicembre 1947.

Il Presidente della Repubblica Enrico De Nicola firma il testo che entra in vigore il 1 gennaio 1948.

I primi dodici articoli della Carta Costituzionale custodiscono i “Principi fondamentali” che declinano lo spirito vitale della Costituzione, un “giovane” testo che da 70 anni è la guida della Repubblica Italiana.

Un testo figlio della Resistenza e nipote della Liberazione dedicato a tutti i cittadini nel quale sono racchiusi i diritti inviolabili e i doveri inderogabili di ciascun individuo.

Oggi, alcune classi dell’ITT ‘’G. Malafarina’’ han partecipato ad un incontro molto interessante tenutosi nel teatro di Soverato.

 Sono intervenuti nel dibattito la professoressa Antonia Doronzo, docente di italiano dell’Istituto; il professore  Gerardo Pagano, che rappresentava il Comitato Promotore dell’associazione ”Dante Alighieri”; infine, il professore Antonio Viscomi, docente Ordinario di Diritto del Lavoro presso l’Università “Magna Græcia” di Catanzaro.

Quest’ultimo si è basato nel suo discorso più che altro sul primo articolo:

‘’L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.’’

Ci vogliono giorni per discutere sul concetto di Repubblica o di Democrazia. Ma non basta una vita per esprimere quello di lavoro.

Il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero. Non ci devono essere discriminazioni in campo lavorativo, ognuno deve essere libero di poter capire cosa è in grado di fare e sviluppare al meglio le sue capacità. Che egli sia italiano, immigrato, uomo o donna poco è importante. Lavorare equivale ad essere indipendente. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Chiunque svolga un lavoro, che sia mentale o fisico ha il diritto/dovere di essere remunerato per il compito svolto.

Si è particolarmente incentrato sulla discriminazione che vi era e che ancora, purtroppo, vi è fra uomo e donna.

La Costituzione impone il riconoscimento degli stessi diritti.

Ma dovrebbe essere un principio di dignità umana quello del riconoscimento degli stessi diritti. Le donne sono ancora pesantemente discriminate nel mercato del lavoro.

Su questo vi sarà una grande sfida culturale davanti alla persone: quella di riconoscere  la funzione e il lavoro delle persone, a prescindere dalla biologia o dalla biografia dei lavoratori. E’ fondamentale capire che ognuno sta lavorando per realizzare se stesso. Alle donne in sala ha dato un consiglio:

<<Ricordatevi sempre che di fronte a situazioni  di discriminazione o di  fronte ad altre situazioni che si possono trovare nel mercato di lavoro la peggiore risposta è il silenzio e la solitudine. La peggiore. C’è un modo di parlare e di reagire, gli strumenti ci sono, ci sono i processi specifici contro le discriminazioni e  lemolestie, ma per fare i processi qualcuno deve alzarsi e dire ‘’Ho subito una situazione di discriminazione e di molestia.”>>

Il silenzio dei buoni  fa più paura dell’urlo e della rabbia dei cattivi. Si deve aver paura di stare zitti di fronte alle cose che non funzionano, di fronte le sopraffazioni di questo mondo. Una riflessione particolarmente toccante è stata quella sul concetto di libertà. La frase che ognuno ha impressa nella mente è che ‘’La mia libertà termina dove inizia la tua libertà.’’

“In realtà -ammette il prof. Viscomi- dopo anni e anni passati a ragionare sul significato intrinseco di questa frase ho capito che la mia libertà non termina dove inizia la tua di libertà. Ma la mia libertà inizia dove inizia la tua. Se il tuo negozio viene bruciato io non mi devo girare dall’altra parte perché è anche il mio negozio che viene bruciato. Se tu vieni discriminato io non mi devo girare dall’altra parte  perché discriminano anche me. Solo se ci riconosciamo come una comunità possiamo cambiare il mondo e possiamo sperare che le discriminazioni, le molestie, le sopraffazioni possano venire meno.”

77

La Costituzione, anche se non sembra, regola la vita da sempre. I padri fondatorisono riusciti ad entrare nella quotidianità delle persone con un testo, il piu’ bello di tutti.

‘’Abbiamo sempre avuto l’idea che la politica poteva tutto, anche andare contro le logiche economiche. Poi abbiamo pensato che le logiche economiche devono avere la preferenza su tutto e la politica è arretrata. E’cambiato il mondo e la politica sembra non avere piu nulla da dire, sembra non saper governare piu’ i processi.

La politica sembra seguire la pancia dei cittadini e degli elettori per le vicende elettorali e basta. E’ una sensazione molto brutta quella di avere l’impressione che il mondo vada avanti e che sia governato dalle “Grandi Multinazionali”.

La politica che può tutto è la politica che non può nulla  perché è l’economia che detta le regole. Credo che ci siano molte vie intermedie da seguire, spesso da inventare. La politica può molto ma non può tutto. L’economia può molto ma non può tutto.’’

C’è un punto intermedio da non dimenticare  che è scritto sulla nostra costituzione nell’articolo 2 :

 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Questo è il punto centrale  su cui politica ed economia non devono distanziarsi: la dignità dell’uomo  e il rispetto dell’uomo.

 

-Federica Arcidiacono