La lettura e i suoi benefici

di Klaudia Cani

«Un libro che lascia il lettore uguale a com’era prima di leggerlo è un libro fallito.» Così scriveva Emil Cioran, ma quale è il vero effetto della lettura sul nostro cervello?

Ci è sempre stato detto, fin da piccoli, che la lettura alimenta la nostra mente e nel corso degli anni, fino ai tempi più recenti medici ,scienziati, neuroscienziati e ricercatori non hanno fatto altro che dimostrare che la lettura aumenta la nostra intelligenza emotiva e le principali funzioni cerebrali.

Da recenti studi del centro di Neuropolicità dell’Università di Emory è infatti emerso che la lettura aumenta la connessione nella corteccia temporale, ma anche l’attività nel solco centrale o in una regione responsabile dell’attività motoria sensoriale primaria. Cioè quando leggiamo i neuroni si attivano per creare una sensazione di sperimentazione delle sensazioni lette.

Nel 2009 gli scienziati Timothy Keller e Marcel Just hanno scoperto che leggere aumenta la materia bianca nel nostro cervello, responsabile delle comunicazioni all’interno del nostro cervello.

Ma la lettura agisce anche sulla parte emotiva del nostro cervello, infatti migliora la “teoria della mente”, l’ empatia, ovvero la capacità per un individuo di provare le stesse emozioni della persona che li vive. Le migliorie alla teoria della mente, o “psicologia intuitiva” come viene anche tecnicamente chiamata, possono portare a maggiori livelli di empatia consentendo così di “tenere in mente contemporaneamente più prospettive d’azione sociale, le quali possono risultare funzionali al mantenimento della relazione”.

Una meta-analisi pubblicata dallo psicologo Raymond A. Mar della York University di Toronto ha rivelato che meglio si comprendono gli eventi in una narrazione, meglio si potrà capire e, in alcuni casi di spiccato talento intuitivo, anticipare le azioni e le intenzioni di chi ci circonda.

Gli psicologi David Comer Kidd e Emanuele Castano della New School for Social Research, hanno assegnato casualmente1.000 brani estratti da best seller e narrativa letteraria a chi si era sottoposto all’esperimento facendo compilare due test di teoria della mente. Dalle differenze sulle risposte empatiche hanno scoperto che i punteggi erano costantemente più alti per coloro che avevano letto la narrativa letteraria rispetto a chi aveva letto testi di narrativa o di saggistica popolari. Quindi non importante solo leggere, ma anche cosa si legge.

La lettura, in altre parole, può simulare efficacemente la realtà nel cervello producendo autentiche risposte emotive: esso, a quanto pare, non fa molta distinzione tra leggere un’esperienza piuttosto che viverla sensorialmente e così facendo siamo in grado di fare esperienze senza doverci neanche muovere da casa.