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La notizia via web: diffusione nei social e attendibilità delle informazioni coincidono?

Di Nunzio Larosa e Roberta Pagano

La società di oggi ha evoluto il suo modo di tenersi aggiornata, passando dall’informazione cartacea a quella on-line. Negli ultimi anni il processo di diffusione della notizia è stato ampliato dall’ascesa dei social. Chi di noi oggi non possiede un account Facebook, Twitter ecc da dove attinge le news?

 

Facciamo un passo indietro

Il giornalismo on-line nasce ben prima dei social, ovvero nei primi anni ’90, negli USA. Non è stato subito un successo, tant’è che da parte delle testate giornalistiche cartacee c’è stato il bisogno di mettere on-line una versione a pagamento. Ovviamente con prezzi molto bassi, visto il poco interesse iniziale a leggere una versione on-line e la scarsa volontà a pagare anche solo il poco che i siti chiedevano. Col passare degli anni, invece, un aumento della cultura informatica, la diffusione dei social e la realizzazione di reti internet sempre più veloci hanno determinato un aumento della frequenza d’utilizzo del web e un uso più responsabile.

 

Le immediate conseguenze

I lettori hanno, così, cominciato a trovare costantemente le notizie su internet. Questo perché non si trovano più semplici copie fedeli della versione cartacea. Adesso gli articoli sono interattivi, con approfondimenti esclusivamente per la rete e tanti altri vantaggi.
Via via le testate maggiormente seguite in Italia e nel mondo hanno dichiarato che i lettori della versione digitale superavano quelli della versione tradizionale. Ciò ha richiamato l’attenzione di investitori disposti a finanziare il giornale on-line in questione. A questo punto si è proceduto con l’acquisto di spazi pubblicitari più o meno vasti per controbilanciare il tutto.

 

Questi sforzi economici vengono ricompensati?

Quasi sempre sì, in particolar modo se si sa fare notizia nel modo più preciso, corretto, veloce e interessante. Le informazioni infatti non vengono solamente raccolte da fonti tradizionali quali interviste e agenzie di stampa, ma anche da fonti che si trovano già su internet. Ragion per cui alcune volte, per fare notizia, servono davvero pochi click . Inoltre l’aggiornamento continuo del giornale online comporta un notevole vantaggio per i lettori, i quali non devono aspettare ore ed ore per conoscere fatti accaduti, prima dell’uscita del giornale cartaceo.

 

La diffusione delle notizie, però, negli ultimi anni ha preso piede nei social

Inizialmente utilizzati esclusivamente per gossip, sono diventati dei veri e propri mezzi di comunicazione in grado di informare chiunque ci sia iscritto, su notizie di cronaca dalle più locali a quelle internazionali, su curiosità, tendenze e quant’altro. Perché questo boom? I social sono più versatili delle testate giornalistiche online, sia nell’immissione di news che nella diffusione… anche di notizie false!

Bufale, che cosa sono?

Considerate affermazioni false, si identificano come forma di disinformazione che ingannano il lettore. Inoltre sono create di proposito per rendere una notizia falsa ma allo stesso tempo più accattivante. Spesso però si confonde l’utilizzo del termine “bufala” con quello di fake news. In quest’ultimo caso si tratta di un’informazione erroneamente appresa male o male interpretata, per cui non intenzionalmente modificata.

 

Gli italiani credono a bufale e fake news?

Curioso (ma non più di tanto sorprendente) è il risultato emerso da un sondaggio proposto dall’Eurodap (Associazione europea disturbi attacchi di panico) riportato da AdnKronos Salute: più della metà delle persone che navigano online ha dato retta, almeno una volta, a una notizia falsa trovata online. Continua il sondaggio: “Il 44% degli intervistati ha dichiarato di porsi qualche dubbio prima di dire che una notizia sia vera, mentre il 61% sostiene di dare maggiore credibilità alle notizie divulgate da fonti conosciute e considerate attendibili. Il 71% ammette di informarsi sui social”.

 

Le persone verificano le fonti o credono a tutto ciò che leggono?

A questo ha risposto, in un’intervista, Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap: “Le persone non verificano le fonti delle notizie perché paradossalmente la veridicità ha pochissima importanza rispetto alla possibilità di mettersi in mostra e quindi di esistere. L’epoca digitale ci sta insegnando che è molto più importante apparire, quindi avere centinaia di follower, piuttosto che essere. Questa poca capacità introspettiva ha preso piede anche perché gli stessi social incentrano il loro enorme successo comunicativo sulla condivisione immediata e spontanea, non solo di notizie, ma anche di pensieri ed immagini.”

 

Come distinguere sul web una notizia vera, appurata, da una incerta o addirittura bufala?

Per prima cosa è necessario verificare da dove sia partita la notizia. Rimanendo sul web, senza entrare sui social, è molto semplice identificare le testate giornalistiche ufficiali on-line (corrispondenti in genere alla versione cartacea) da quelle false, che spesso utilizzano nomi molto simili a quelli dei veri web journal. Altro elemento da cui diffidare sono articoli con titoli “acchiappaclick”, metodo utilizzato pur di farsi strada tra le altre notizie.

 

E sui social?

Per verificare la news, ad esempio su una pagina facebook, la soluzione migliore è quella di chiedere ad altri utenti se sono a loro volta a conoscenza di quell’informazione, specie nel caso di notizie locali. Infine: una notizia vera non deve necessariamente essere condivisa a tutti i costi, poiché assumerà importanza da se’. Diffidare quindi dalle cosiddette “catene di Sant’Antonio” non deve sembrare irrilevante e da anticonformisti. Perché il vero modo di fare notizia deve passare dall’informazione seria, verificata e quindi ufficiale!