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Liberato: un nome, una città, quattro canzoni, nessun volto

In occasione dell’ anniversario dell’uscita del suo primo singolo, vogliamo tentare di fare un primo (o forse no?), timido bilancio dell’operato del giovane cantante napoletano, che è stato in grado di creare un vero e proprio ‘Fenomeno Liberato’.

 

La storia ha inizio in un’ anonima giornata intorno alla metà di febbraio, il 13 precisamente, quando su Youtube viene caricato ‘NOVE MAGGIO’.

La canzone resta impressa nella testa sin dal primo ascolto, vuoi per le importanti capacità del ragazzo di stare sulla base musicale, vuoi per il video, di una qualità che nessuno mai si aspetterebbe da quello che è un perfetto signor nessuno nel panorama sonoro napoletano e tantomeno in quello italiano.

Bene: abbiamo visto il video, fatto attenzione al testo, ma ancora non riusciamo a pensare il singolo come riducibile a ciò: si avverte un quid, un qualcosa in più che contraddistingue le Canzoni con la C maiuscola.

Allora eccoci che riapriamo il computer e andiamo a sentire di nuovo la traccia di questo Liberato e ci rendiamo conto non solo dell’ energia che il giovane partenopeo emana ad ogni strofa, ad ogni sporca (i versetti che accompagnano testo e base), ad ogni drop di EDM, ma anche e soprattutto della freschezza di “NOVE MAGGIO”.

L’ artista è stato in grado di dare vita, in poco meno di quattro minuti, ad un nuovo genere musicale nato dalla contaminazione di  almeno altri tre: rap, neomelodico, pop-EDM…non male, eh?

Così il singolo inizia a prendere piede, fino a fare il suo ingresso sulle “tendenze” di Youtube, facendo peraltro registrare buoni numeri anche sulle varie piattaforme  di streaming; arriva alle orecchie dei tanto chiacchierati “trapper” italiani che certo non celano la stima per il ragazzo, anzi.

Chiaramente la più che discreta diffusione della canzone porta tanti a chiedersi chi ne sia l’autore, scoprendo così che nessuno sa chi sia Liberato, con svariate personalità, dal mondo dello spettacolo a quello della musica, che “stanno al gioco” del cantante.

Gli ascolti che si impennano, uniti alla curiosità intorno all’identità del ragazzo vanno a creare un effetto hype notevole destinato ad avere il suo apice con l’uscita, guarda caso il nove maggio, del secondo singolo “TU T’E SCURDAT’ ‘E ME”.

La canzone, che diviene ancora più virale della precedente, viene passata nelle discoteche e addirittura arriva ad essere trasmessa in diverse radio, nel nostro paese straordinariamente restie ad accogliere le novità.

 

Addirittura i suoi singoli approdano ad una manifestazione musicale di caratura nazionale come il MI AMI festival di Milano dove sono però altri artisti a cantarli (Calcutta, IZI, Priestess e DJ Shablo), proprio così: di lui non c’era traccia.

 

Liberato ormai è un vero e proprio fenomeno: un anonimo ragazzo che canta in dialetto napoletano, infilando qualche frase in inglese su basi che si rifanno molto all’EDM e all’elettronica in generale.

Ed è proprio strizzando l’occhio all’ elettronica che arriva il primo post sulla pagina Instagram dell’artista: un video dove, con quella che somiglia molto ad una “benedizione” musicale da innovatore a innovatore, fa capolino niente di meno che Giorgio Moroder, padre indiscusso del genere.

 

Verso la fine di settembre viene caricato sul canale dell’artista il terzo video, che, pur rimanendo coerente con i precedenti dal punto di vista del testo e dei suoni, cambia nei soggetti delle riprese, fatto per nulla secondario nell’immaginario di Liberato: a giovani adolescenti di Napoli si sostituiscono dei ragazzi cubani; anche se la vitalità che traspare è comunque tanta e, seppure solo all’ultimo fotogramma, il riferimento alla città partenopea arriva, con una stupenda inquadratura dell’isola di Gaiola, chiudendo così il cerchio con il titolo “GAIOLA PORTAFORTUNA”.

Poi, a sorpresa, arriva il primo live effettivo in cuisi esibisce incappucciato, senza nemmeno il nome scritto sulla locandina, davanti ai 7mila del Club to Club festival di Torino che cantano in napoletano per oltre quaranta minuti.

Giungiamo così al quarto ed ultimo singolo “ME STAJE APPENNENN’ AMO’”, il cui testo resta in continuità con i precedenti, come anche il video: rappresentazioni realistiche e suggestive della gioventù napoletana, e bene o male di quella italiana.

 

Da Liberato, ora come ora, con un effetto hype che è andato scemando con il passare dei mesi, ci aspettiamo un album o come minimo un EP, per unire alle indiscutibili (a mio avviso) capacità artistiche una continuità necessaria a confermarsi nel panorama musicale italiano, ed allontanare il rischio, comunque tristemente concreto, di divenire una meteora.

Tuttavia credo che in quest’ultima ipotesi andrebbero a perdere entrambe le parti: autore e pubblico, dato che è evidente quanto il ragazzo abbia da offrire ad un mercato che, salvo per l’ultimo anno e mezzo, da troppo tempo si era fossilizzato sulle formule tanto stantie quanto riuscite, ai loro tempi, della gloriosa musica leggera italiana e che ora fanno sorridere quando scimmiottate da baldi e energici giovani.

 

Di Giulio Pomante

 

Immagine dal video “Gaiola portafortuna” di Liberato