Una vita per i diritti delle donne

“Donna”, una parola, un singolo vocabolo, che racchiude in sè un significato profondo, un mondo da scoprire e da esplorare. Con questa parola, infatti, non si fa semplicemente riferimento alla figura femminile del genere umano, ma a qualcosa di nettamente superiore. La donna è eleganza, bellezza, sensualità, essa è furbizia, tenacia, forza ma anche debolezza, fragilità, paura. “Donna”, è un insieme di stati d’animo, di qualità, pregi e talvolta anche difetti. Prima di tutto, però, è un essere umano e in quanto tale, ha il diritto di essere rispettata. Al rispetto nei confronti della figura femminile, non si deve guardare con occhi di banalità o superficialità, poichè in diversi casi la donna ha dovuto sudare e mettersi in gioco per ottenerlo, in altre situazioni, invece, ne è stata del tutto privata.

Ma a risultare allarmante, risulta il fatto che tutte quelle derisioni, tutte quelle violenze, fisiche o psicologiche, tutte le ingiustizie che la donna ha subito e continua a subire, le vengono arrecate da un suo simile, dall’uomo, che forse così simile non è in fondo.

In primo luogo, l’individuo che manca di rispetto ad una donna, non è degno di essere ritenuto un essere umano, ma in fondo poi, lui cosa pensa di avere per permettersi tutto ciò? E cosa vuole ricevere in cambio? Sfortunatamente, le mancanze di rispetto nei confronti delle donne sono state innumerevoli nel corso della storia. La figura femminile, però, caparbia e forte come ha sempre dimostrato di essere, non si è mai arresa e per riuscire ad ottenere quel rispetto e quella parità che ha sempre desiderato e che le spetta di diritto, si è spesso battuta contro tutto e tutti.

A tal proposito, una donna in particolare ho deciso di ricordare. Si tratta della giornalista Anna Maria Mozzoni, indubbiamente esemplare per l’intera umanità.” Negare alla donna un’educazione, un parere , donare a lei violenza, umiliarla, non era possibile, non era umano.”Così scriveva lei che proseguì fondando un club nel 1898 in favore delle donne lavoratrici e pubblicando per esse diversi libri. Azioni da non sottovalutare, che in quel periodo le costarono la perdita del lavoro e l’opposizione da parte dell’opinione pubblica. Tutto ciò, però, alla Mozzoni non interessò mai, non bastarono degli insulti o la disoccupazione per farla rinunciare alla lotta per la parità dei diritti per cui si stava tanto battendo. Così lei continuò per la sua strada che portò a grandi traguardi, quale quello del diritto al voto per le donne avuto nel 1946, qualche anno dopo la sua morte. Stiamo parlando insomma di una grande figura che mise in gioco se stessa per rappresentare milioni di altre giovani donne. Non fu facile: Anna Maria Mozzoni non sempre riuscì ad ottenere ciò che voleva e tanti furono gli ostacoli che la giornalista incontrò, ma si battè fino alla fine della sua vita per i diritti femminili, arrivando a mete grandiose. Una vera donna insomma, simbolo della caparbietà, della forza e della tenacia che contraddistingue tutte le donne.

Nicoletta Milluzzo IV A

Negare alla donna un’educazione, un parere , donare a lei violenza, umiliarla, non era possibile, non era umano.