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ELEZIONI 4 MARZO: LA CAMPAGNA “#PRIMOVOTO” DI REPUBBLICA

Domenica 4 Marzo 2018 si sono svolte le elezioni politiche italiane per il rinnovo del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Si votava per l’elezione dei 630 deputati e dei 315 senatori elettivi della XVIII legislatura. Le elezioni seguono la legge elettorale italiana del 2017, soprannominata Rosatellum bis, applicata per la prima volta. É in questa occasione che il quotidiano La Repubblica ha lanciato la campagna #PrimoVoto, il cui scopo era quello di seguire nel processo di formazione della loro opinione politica sette tra ragazze e ragazzi neo-maggiorenni che si accingevano per la prima volta a votare, al fine di orientare in maniera consapevole il loro voto alle elezioni politiche del 4 Marzo. Luogo di incontro tra i giovani di #PrimoVoto e i seguaci del giornale sarà il profilo Instagram del quotidiano che, tramite le sue Stories, mostrava in che modo questi ragazzi si sono formati un’opinione politica. Il progetto, pur volendo spingere ad informarsi e a votare in maniera consapevole i nuovi elettori (che non si limitano ai neo-diciottenni ma includono anche i neo-cittadini Italiani), si distaccava notevolmente dalla realtà dei più giovani tra i cittadini italiani, che è purtroppo ben diversa: le percentuali di lettori di quotidiani, libri e periodici stanno infatti calando a vista d’occhio, facendo presagire un futuro di adulti disinteressati alla politica italiana, con conseguenze spiacevoli per la Democrazia. Secondo le statistiche dell’istituto Istat, nel 2016 solo il 35,2% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni e il 38,3% dei giovani tra i 18 e i 19 anni hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente inerenti a necessità scolastiche o professionali, con una flessione di circa il 10% rispetto al 2007 nella fascia di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Di certo la situazione non cambia prendendo in considerazione il consumo di quotidiani tra i più giovani. Sempre riferendosi al periodo 2016, l’Istituto Nazionale di Statistica mostra come soltanto il 24,4% di giovani nella fascia di età 15-17 e il 34,7% di ragazzi tra i 18 e i 19 anni leggono almeno un quotidiano alla settimana. Dati alla mano, il quadro che esce fuori non è tra i più confortanti.

La democrazia, a differenza di altre forme di governo, dipende in larghissima misura da una forte responsabilità personale dei cittadini votanti nel formare le proprie idee e nel cercare informazioni il più possibile affidabili. La capacità di interessarsi attivamente alla Res Publica e un profondo desiderio di comprendere la realtà politica, infatti, sono il vero fondamento di uno Stato sano e funzionante; se questi elementi fondativi si perdono, c’è il serio rischio di cadere vittima dei demagoghi, dei ciarlatani e di destabilizzare la Repubblica. E non è ammissibile imputare questo disinteresse nei confronti della politica all’ambiente informazionale nel quale vivono i giovani: al contrario, questo può essere una preziosa risorsa per la salvaguardia del Paese e della sua vita politica. Gli strumenti offerti dai social media e da Internet, se usati con cognizione di causa, sono estremamente potenti per informarsi e partecipare al dibattito del nostro paese. Esatto, partecipare, perché, come disse nel 1973 il cantautore milanese Giorgio Gaber in una delle sue canzoni più famose, “Libertà è partecipazione!”

 

Di Mario Giani

 

Fonte immagine : www.repstatic.it