Scoprire una passione per l’arte a Palazzo Abatellis

Scoprire una passione per l’arte a Palazzo Abatellis
Il 20 febbraio abbiamo visitato il museo di “Palazzo Abatellis” nel centro storico di Palermo. Due gentili signori ci hanno guidato nelle varie sale spiegando in modo semplice il significato delle varie opere d’arte. L’antico edificio durante la seconda guerra mondiale fu colpito da un bombardamento aereo che causò il crollo di alcune pareti e del porticato del cortile interno. Finita la guerra fu restaurato e trasformato in galleria d’arte. Oggi ospita una pinacoteca, cioè una collezione di quadri, e accoglie anche importanti sculture. Un tempo era un palazzo nobiliare. Fu costruito alla fine del 1400 dal viceré Francesco Abatellis come regalo di nozze all’amata moglie Eleonora d’Aragona che proveniva dalla Catalogna, una regione della Spagna. Il palazzo infatti è in stile gotico-catalano proprio perché ricordasse a Eleonora la sua terra. Il nostro giro inizia proprio ammirando il viso di Eleonora. La scultura, di Francesco Laurana, è venuta fuori da un parallelepipedo di marmo; la nostra guida paragona il viso di Eleonora a quello della nostra compagna Serena. Molto interessante è anche una riproduzione sintetica a disposizione dei visitatori non vedenti. Successivamente ci fermiamo davanti alla statua della “Madonna del Latte” di Domenico Gagini con il corpo dalla vita in giù non ben definito; mentre nella sala seguente la Madonna della Neve di Antonio Gagini è meglio delineate nella forma delle gambe. Ammirando di seguito la “Madonna della Luce”, ci siamo chiesti come mai avesse i capelli biondi. Abbiamo scoperto che a quel tempo gli scultori usavano l’oro per dipingere i capelli perché il giallo rappresentava la luce, cioè Dio. Ci fermiamo poi davanti al quadro dell’Annunziata, di arte medievale. La Madonna tiene le braccia incrociate sul petto come se dicesse di “sì” all’Arcangelo Gabriele. Due nostri compagni, Yussef e Nusrat, vengono invitati a “imitare” il dipinto. E’ stato divertente e, giocando, siamo riusciti a interpretare l’opera d’arte. In una sala vicina si trova l’Annunciata di arte rinascimentale. La Madonna tiene la mano alzata come se volesse bloccare l’Arcangelo Gabriele e riflettere sulla sua proposta. La sua mano sembra fermare delicatamente la voce dell’angelo; quella notizia forse le fa paura! Abbiamo apprezzato il bellissimo ritratto prima con una luce fioca; poi man mano, alzando lentamente una tenda, lo abbiamo osservato con maggiore cura. Per realizzarlo l’autore Antonello da Messina utilizzò soltanto i tre colori primari; poi il bianco (unione di tutti i colori) e il nero (assenza di colori). Anche questo dipinto è stato interpretato da due compagni, Gabriele e Rosa. Infine abbiamo discusso la differenza tra i due quadri dell’Annunziata.
Continuiamo ancora con “La Madonna dell’umiltà” di Bartolomeo Pellerano. Si chiama così perché si presenta in un atteggiamento molto umile: è seduta a terra e allatta il suo bambino Gesù. Ha un manto azzurro come il cielo. E’ la prima volta che la Madonna viene rappresentata in questo modo. I dipinti precedenti infatti la raffiguravano con il manto rosso indossato dalle persone ricche, seduta su un trono e con la corona sulla testa come una regina. “La passione di Gesù” è raffigurata sotto, a cornice (predella) del quadro della Madonna dell’umiltà. Ci incuriosiscono molto gli uomini incappucciati: appartengono alla varie confraternite distinte dal colore dei cappucci e stanno al seguito della croce. Nella stessa sala nel dipinto “L’ultima cena” di Giacomo Serra si vede Gesù che spezza il pane e gli apostoli intorno a lui. Tutti hanno in testa l’aureola, simbolo della loro santità tranne uno: Giuda, il traditore. Anche questo dipinto si distingue dalle “Ultima cena” precedenti perché gli apostoli sono seduti intorno a tavolo rotondo e non rettangolare. Raggiungiamo la “sala delle croci”. Un tempo era la sala da ballo del palazzo dove si svolgevano le feste. Le croci, dipinte su entrambi i lati, sono in legno massiccio. In una delle croci alla sinistra di Gesù c’è Maria, a destra c’è un apostolo. Dietro si vede Gesù risorto con i quattro evangelisti rappresentati come da animali: Luca è il bue, Giovanni è l’aquila, Marco è il leone, Matteo l’angelo. Il leone ha un aspetto un po’ buffo: assomiglia a un orco! Ci spiegano che i pittori del tempo non conoscevano questi animali perché non li avevano mai visti, quindi li rappresentavano secondo le descrizioni delle persone che li avevano visti in Africa. In un’altra croce è raffigurata una colomba che allatta i piccoli con il suo sangue. Rappresenta la passione di Cristo che ha dato il sangue per i suoi figli. Continuiamo il nostro giro nella pinacoteca con “Scena pastorale”. E’ un dipinto olio su tela. I colori sono caldi e tenui. Il paesaggio sembra illuminato da una leggera luce proveniente da destra. Ci sono i pastori e tanti animali nella pace della campagna. Oggi abbiamo imparato che un opera d’arte si guarda con molta attenzione e per lungo tempo se si vogliono scoprire particolari che a prima vista non notiamo, per questo veniamo invitati a osservare attentamente per “trovare” i cinque sensi. Con l’aiuto della guida del museo troviamo: una donna che mangia simbolo del gusto, le zampogne poggiate sulla terra che rappresentano l’udito, simbolo del tatto invece è un pastore che munge una capra, mentre un altro pastore aguzza la vista per guardare il latte che scivola dentro una ciotola, a completare la scena un cane usa l’olfatto per annusare il suo padrone.
Infine un dipinto che ci ha colpito molto :“Il Trionfo della Morte”. Si vede un cavallo per metà vivo e per metà morto; lo cavalca uno scheletro che tira frecce a tutti, anche ai cani. Il cavallo non essendo del tutto vivo è guidato da qualcuno e, osservando con attenzione, abbiamo individuato un rapace che gli indica la via.
I ricchi colpiti dalla morte hanno un viso molto contratto, quasi sfigurato, terribilmente dispiaciuti di lasciare la loro vita piena di ricchezze e comodità. I poveri invece sono sereni e la morte non si accanisce contro di loro. Si salvano tutti coloro che si trovano vicino una bella fontana. E’ la fontana della vita o della giovinezza. L’autore di cui non si conosce il nome è raffigurato tra i poveri alla sinistra del dipinto con il pennello in mano, con lui il suo aiutante. Nel grandissimo affresco giochiamo a trovare tanti piccoli animali di cui non ti accorgi se non osservi con molta cura. La scena è ricchissima di personaggi, animali, tanti altri particolari. Riusciamo a individuare un’aquila, quattro cani e persino un piccolo granchio sulla manica di uno dei personaggi. Termina così un percorso davvero molto coinvolgente e istruttivo che ha permesso a molti di noi di scoprire una passione per l’arte che non avremmo mai immaginato.

Classi IV D e IV E
Scuola “Edmondo De Amicis”
sede Nazario Sauro
PALERMO

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IV D E Palazzo Abattelis
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