Spesa a Kilometro zero

In controtendenza al marcato calo nel commercio al dettaglio alimentare, moltissimi italiani acquistano prodotti locali e a chilometri zero. Questo è ciò che sostiene il presidente della Coldiretti Moncalvo. Ma da dove nasce tale locuzione?

Letteralmente  “a chilometri zero” significa “che ha percorso, dal momento in cui è stato prodotto, zero chilometri”, cioè nessun chilometro. In origine, essa si riferiva ad una particolare categoria di automobili, poi venne utilizzata anche in riferimento a tutti i cibi che si potevano acquistare  direttamente sotto casa, prodotti del contadino o macellaio di fiducia, di origine Italiana.

Si chiama “progetto chilometro zero”  l’operazione lanciata da Coldiretti Veneto attraverso la quale si vogliono convincere gestori di pubbliche mense, chef e grande distribuzione a proporre ai consumatori preferibilmente prodotti stagionali del territorio non importati da aziende di un altro paese ma di produzione locale. Il Veneto è la regione che ha dato il via alla campagna per i “chilometri zero”. Venne disposta una legge regionale, la n. 7 del 25 luglio 2008, la prima a livello nazionale nel suo genere. Le finalità di tale legge sono di incentivare l’utilizzo di prodotti locali nelle attività ristorative affidate ad enti pubblici, incrementando in tale maniera la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.

Moltissimi sono i prodotti che si possono acquistare a Km zero, cercando dunque di procurarsi prodotti del territorio e soprattutto frutta e verdura di stagione. Si pensi soltanto al successo dei distributori automatici di latte crudo, sempre più diffusi perché favoriscono l’acquisto consapevole e la sicurezza del prodotto rintracciabile. Si ricordi il panettiere sotto casa, il mercato settimanale di provincia con frutta verdura e prodotti del luogo. Il contadino amico di famiglia che produce frutta e verdura nei propri campi senza l’aggiunta di pesticidi. Si rammenti l’aiuto che ognuno di noi può dare alle piccole attività per tenerle in vita.

Per tutti noi il cibo è importantissimo, sia fisicamente che psichicamente, e in questi anni il carrello della spesa è diventato sempre più l’espressione di uno stile di vita e di una cultura. Non è possibile farne a meno. Gli Italiani considerano i prodotti a chilometro zero una garanzia di cibi freschi e sicuri in cucina, li ritiene essere anche una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Moltissimi italiani sarebbero disposti a pagare di più per un prodotto italiano rispetto ad uno di altra provenienza. Lo dimostra – sostiene la Coldiretti – il crescente numero di chef e cuochi prestigiosi che scelgono accuratamente gli ingredienti dei menu offerti valorizzando le produzioni locali.

L’Italia ha conquistato – ha ricordato Moncalvo – in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica. In pochi anni è nata e cresciuta in Italia una rete unica a livello internazionale per dimensioni e caratteristiche che ha esteso la sua presenza dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani.

Tutto ciò è un bene soprattutto per l’economia del nostro paese, che cresce agevolando molti produttori locali, andando però a discapito dell’economia liberoscambista internazionale.

“Acquistare prodotti a chilometri zero è anche un segnale di attenzione al proprio territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di una responsabilità sociale che si è diffusa tra i cittadini nel tempo della crisi con la crescita ai mercati contadini che in Italia che sono diventati non solo luogo di consumo ma anche momenti di educazione, socializzazione, cultura e solidarietà”.

 

Di Clara Marchesini