“Blue Whale”: gioco Killer

Tutto quello che c’è da sapere sul gioco del suicidio.

Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi: un giorno capirete tutti e mi ringrazierete”.

Il ventiduenne Russo Philipp Budeikin, studente di filosofia e ideatore di “Blue Whale”,

anche dopo l’arresto e la collocazione nel carcere di San Pietroburgo, non manifesta nessun segno di pentimento. Egli viene accusato per aver istigato l’uccisione di moltissimi ragazzi, attraverso un gioco online da lui ideato “Blue Whale”. Non è un vero e proprio gioco, ma un percorso che un ragazzo può compiere insieme al suo “curatore”, mediante una lunga serie di tappe fino al suicidio. Le tappe sono 50, ognuna sempre più impegnativa, una volta iniziato il gioco e difficile uscirne, perché ad ogni mancata risposta dell’adolescente ne segue una minaccia da parte del curatore. Ma non tutti i ragazzi riescono a finire il gioco, molte volte termina la loro vita anche dopo poche tappe, a causa del dolore fisico che provano incidendosi sul proprio corpo scritte o disegni. Ma uno dei punti più deboli che viene colpito è la psicologia dell’adolescente, con delle sfide che a primo impatto possono sembrare banali, ma in realtà non lo sono (es. ascoltare la musica che invieranno i curatori, vedere dei video horror e dei video psichedelici inviati sempre dal curatore). Con l’arresto di Philipp Budeikin e la continua informazione da parte dei media, cesserà il “Blue Whale”?

FOGLIETTA MICHELE