Il grande occhio

Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande peccatore non poteva fuggire”, dice De Kerckhove. Come l’occhio di Dio, anche la tecnologia sta sviluppando un grande occhio in grado di sottomettere l’uomo al suo controllo. Questo fatto è abbastanza allertante in quanto non ci si rende più conto, ormai, della sottile linea che separa la realtà virtuale dalla realtà reale. Internet offre a tutti la possibilità di ricercare informazioni di qualsiasi genere e di conseguenza il singolo utente ha il dovere di farne buon uso. Molto spesso si leggono in Rete delle “bufale”, ossia delle sciocchezze e questo non è da considerarsi soltanto un fatto negativo, perché ciò può insegnare ad essere più scettici e ad informarsi in modo più approfondito prima di dare per vera una notizia. Negli ultimi anni c’è stato un forte aumento delle adesioni al social networking e ciò offre la possibilità ad una azienda di ingrandire il suo commercio. Al contrario, tale fenomeno potrebbe portare al fallimento della stessa, anche attraverso una sola opinione negativa da parte di un consumatore. Come cita Bajani, si è diffusa in Rete una “banca della memoria”, una sorta di YouTube della terza età. Se, quindi, fino a qualche anno fa gli anziani diffidavano delle banche adesso sono proprio loro a finirci dentro. E come suggerisce Castells, “se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad occuparsi di voi”. Ed è proprio quello che succede quotidianamente a tutti gli utenti: basti pensare alle notifiche sullo smartphone o sul pc, le quali ricordano di leggere una mail o informano il consumatore su qualche offerta speciale. Il grande occhio sta diventando un qualcosa di molto potente e in pochi anni controllerà totalmente l’uomo: probabilmente non esisteranno più negozi reali e di conseguenza le piccole aziende falliranno. La tecnologia, dunque, ha un duplice volto e spetta all’uomo decidere se utilizzarla come strumento a suo favore oppure no.

MEDORO ANGELA