INTERVISTIAMO IL PASSATO

Spesso quando studiamo gli eventi storici lo facciamo in modo molto distaccato , come se appartenessero a un passato ormai lontano e a noi estraneo. Tuttavia le azioni dei nostri precursori influenzano ancora profondamente la vita quotidiana e per comprenderle a fondo è bene osservarle con gli occhi di chi le ha vissute in prima persona. E’ infatti proprio a questo proposito che ho chiesto a una persona a me cara di fare una piacevole chiacchierata…

 

Ciao nonna , quest’anno compi ben 87 anni e te li porti decisamente bene! Devi aver avuto una vita molto intensa e sicuramente hai molte cose da raccontare, non è vero?

Caspita sono già 87,chi ci avrebbe mai pensato… Si , ci sono così tante da raccontare , ma di certo non ricorderò tutto, arrivati a una certa età ahahahah… Allora vediamo , sono nata nel ’32 a Positano insieme alla mia gemella Maria , in tutto eravamo sei sorelle. Abitavamo in una casa piccola per tutti quanti e ci arrangiavamo come potevamo. Papà era un bravo musicista e pittore, molto apprezzato in paese :è grazie a lui che siamo stati battezzati “’e Pittor”. Purtroppo sono andata a scuola solo fino alle elementari ,poi tutte quante l’abbiamo lasciata per aiutare la famiglia al meglio.

E durante il periodo della guerra ?

Quelli sono stati gli anni più difficili. Pensa che c’era così poco cibo che mangiavamo le bucce della frutta e delle patate e tutti gli scarti che riuscivamo a trovare. Dato che io e Maria eravamo diventate un po’ più grandi , papà ci portava a ballare la tarantella negli alberghi dove alloggiavano i soldati per guadagnare qualcosina. E così noi ballavamo mentre papà suonava il violino.

Wow ,deve essere stato molto difficile. Sicuramente è una realtà lontana dalla nostra. Dopo che ti sei sposata sei andata a lavorare in America ,giusto?

Si, io e tuo nonno siamo partiti qualche anno dopo il matrimonio per andare a lavorare a Washington, nell’ Ambasciata Spagnola. Io facevo la cuoca e la mia cucina era molto apprezzata da tutti quanti, sono sempre stata una brava cuoca. In quel periodo ho imparato l’ inglese ma ora , a distanza di così tanti anni, non lo ricordo più. Il figlio del generale mi era molto affezionato , un bambino vivace e affettuoso che mi chiamava Tessie. E’ stato proprio lui a insegnarmi anche un po’ di spagnolo, di cui ricordo ancora qualche cosa.

Perché avete deciso di tornare in Italia?

Non saprei , forse la nostalgia e poi volvevamo che tua madre nascesse in Italia e abitasse nel nostro paese , con gli amici e i parenti. Non so se sia stata la scelta migliore , ma non ho nessun rimpianto. Dopo siamo riusciti ad aprire un negozio , abbiamo comprato una casa e ci siamo finalmente stabilizzati.

Beh , spero anche io di riuscire a superare ogni difficoltà ed essere fortunata , viaggiare e magari raccontare tutto ai miei nipoti, guardandomi alle spalle senza alcun rimpianto.

PAOLINI ALESSANDRA