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La meraviglia dei sensi: il viaggio di Whitman in “Foglie d’erba”

Uno dei vantaggi della lettura di raccolte poetiche risiede nel fatto che tra i versi di una lirica si ha l’opportunità di realizzare esperienze che sono, paradossalmente, molto più concrete di quante se ne possano vivere nella realtà. Quando, poi, l’autore riesce a rendersi guida, compagno e, se vogliamo, complice del viaggio che il lettore si accinge ad intraprendere, allora risulterà ancora più piacevole scoprire quegli angoli di realtà che si annidano tra i versi. Walt Whitman, nella sua celebre raccolta “Foglie d’erba” , propone al lettore un percorso che si snoda attraverso le vicende del quotidiano, passando per quegli aspetti del reale che molto spesso sfuggono agli sguardi rapidi che la frenesia dei nostri giorni ci impone. Con Whitman il lettore adotta un punto di vista genuino che gli consente di osservare e, persino, di “sentire” sotto un nuovo profilo le dinamiche che il profondo “io” instaura con l’esterno. Attraverso una passionale sensorialità che supera i limiti del banale pragmatismo odierno, si instaura, attraverso la lettura dell’opera, un ampio gioco di scambio tra il microcosmo individuale e l’animosità delle vicende circostanti, delle quali non partecipano solo gli altri uomini, ma persino la stessa natura, tinteggiata dall’autore, in una visione pienamente Romantica, come un quadro ordinato e armonioso, all’interno del quale non vi è imperfezione che non rientri in un tutto ben predisposto.

Whitman si fa carico delle vicende di ogni uomo e fa in modo che il lettore, con sguardo pieno di stupore, possa riviverle nelle loro singolarità, tentando di cogliere, in questo modo, quella poeticità costitutiva di tutte le cose. Ne deriva un’idilliaca osservazione delle più diverse sfaccettature del reale, accolte dall’autore in un tono gioioso che lo proclama un acceso amante dell’universo. Il cinguettio degli uccelli, il verde dei fili d’erba, il profumo di un pasto, il calore che il sole irradia sulla pelle, la passionalità che vivono due amanti, l’amore di una madre per il proprio bambino, l’importanza di un giorno di lavoro delle stelle: tutto ha una dignità che, solo se realmente si entra in linea con il pensiero dell’autore, si comprende fino in fondo. Alla base, comunque, si pone sempre l’amore che, nelle sue più diverse accezioni, passa dalla sessualità con la persona amata a quella simpatia con e per l’universo che colma le mancanze poste dall’esistenza.

La lettura, tuttavia, non si sofferma soltanto alla contemplazione di cose che, apparentemente, sembravano essere svilite della loro profondità, ma – ed è intento non solo di Whitman, ma di qualsiasi poeta – si trasforma in un momento di riflessione per il lettore: la dimensione onirica che lo travolge attraverso i versi corrisponde davvero alla reale essenza delle cose?

PERPETUA ANDREW