La vita è imprevedibile

Un giorno credi che vada tutto bene e il giorno dopo ti ritrovi catapultata in situazioni scomode. I mali dell’uomo sono numerosi, ma al capo di tutti c’è il male che l’essere umano si procura da se. Tutti potremmo chiederci “cosa succede nella mente di una persona nel momento in cui decide di suicidarsi?”

13 Reasons Why tenta di rispondere a questa domanda, mettendo in gioco vari elementi.

È una serie tv composta da 13 puntate, nella quale viene spiegato come il suicidio sia un processo lento, una decisione che influenza la mente fino a far convincere che la strada da attuare sia proprio quella che in realtà è la più sbagliata.

La mente di una persona bullizzata, secondo 13, si riempie lentamente, fino a quando non arriva a scoppiare, ed è proprio in questo momento che appare come se dei macigni ci vengano buttati addosso.

Nella serie si può riscontrare un’insolita lentezza nell’andamento delle scene che risulta necessaria per capire come può essere lento il processo decisionale che porta a togliersi la vita.

Imparare a chiedere aiuto non è semplice.

Ciò che va maggiormente a sconvolgere di questa serie è, forse, proprio il fatto di porre l’accento su comportamenti che sembrano banali e senza significato per molti, ma che per altri arrivano a penetrare una persona fino a turbarne totalmente la personalità.

La protagonista, Hannah Baker, prova con tutta se stessa a fare amicizia ma ogni cosa che fa le sembra ritorcersi contro: ogni gesto che compie sembra svanire per qualche strana ragione.

La storia viene proprio raccontata dal punto di vista del personaggio stesso tramite tredici cassette che ella registra prima di compiere l’atroce atto. Queste cassette vengono indirizzate a tutti coloro che, per Hannah, sono artefici dei motivi maggiori che l’hanno spinta a compiere quel brutale gesto. Hannah soffre, sta male, è immersa nel profondo baratro della solitudine e nessuno le tende la mano per risalire. Il personaggio di Clay è un personaggio molto importante, poiché malgrado sia uno degli ultimi a sentire le cassette, la storia viene fatta sentire proprio tramite le sue orecchie. Egli stesso fa parte delle cassette, ma Hannah non va a condannarlo; il suo unico errore è stato quello di non accorgersi delle grida di una ragazza bisognosa di affetto ma che, forse, nonostante le avesse intuite ha avuto paura di quello che sarebbe potuto accadere. Ha esitato prima di offrire la propria mano in salvo della sua e quell’esitazione gli è costato il nome tra le cassette.

È una serie del tutto esplicita su un argomento toccato da molti e approfondito da nessuno. La scena del suicidio viene interpretata da Katherine Langford in maniera brillante, da far venire i brividi. 

Le nostre azioni contano, anche se non ce ne rendiamo conto. E il più piccolo gesto può creare un’importante reazione nell’anima di qualcun altro. Viviamo in un mondo che giudica costantemente, in cui l’immagine è importante, nel quale conta piu chi sei e non come ti comporti; c’è chi è forte e riesce a conviverci e c’è chi è troppo fragile che, al contrario, si spezza come Hannah. Ognuno ha il diritto di vivere la propria vita con orgoglio e dignità e nessuno può privarci di questo.

SCIULLO FEDERICA