L’ABBANDONO DI HELMUT

Ho intervistato il settantunenne polacco Helmut Zielinski per farci raccontare l’incredibile storia legata alla sua nascita. Helmut, nato in Germania l’8 Luglio del 1946, nell’immediato dopoguerra, fu abbandonato per la vergogna dalla madre, rimasta incinta di un uomo di cui non hai mai svelato l’identità.

Allora Helmut, inizia raccontando perché tua madre, nata e cresciuta a Danzica, all’età di 26 anni si trovava in Germania.

Mia madre, Maria Makowska, era stata deportata in Germania dai Nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Le SS infatti mandavano molti giovani polacchi a lavorare in Germania se ne erano in grado, altrimenti se troppo vecchi venivano portati nei campi di concentramento.

Quando è rimasta incinta?

Subito dopo la fine della Guerra.

Hai mai saputo chi fosse tuo padre?

No, mia madre non l’ha mai rivelato. Forse per la vergogna. Non so di che nazionalità fosse, se russo o tedesco, e se l’abbia violentata o abbia avuto una breve storia con lei. Probabilmente era un soldato.

Quando sei nato tua madre cosa ha fatto?

Mi ha lasciato presso una famiglia tedesca che desiderava adottare un bambino nella città di Triptis ed è tornata in Polonia.

Però tu sei tornato dalla tua famiglia. Come?

Mia nonna, Pelagia Makowska, sospettava che mia madre nascondesse un segreto vedendola spesso piangere. Dopo circa due anni e mezzo la figlia ha rivelato di aver avuto un bambino. A quel punto mia nonna si è rivolta alla Croce Rossa che, con addirittura gli elicotteri, sono andati a Triptis e mi hanno riportato a Danzica.

Cosa ricordi di quel giorno?

Ricordo che indossavo dei vestiti tipici da bambino tedesco dell’epoca: pantaloncini corti e bretelle. Ma soprattutto rammento che piangevo. Piangevo tantissimo. Non capivo cosa stesse accadendo. Sapevo solo che mi stavano portando via da quella che credevo essere la mia famiglia. Per me è stato un grane trauma che mi colpisce ancora oggi.

La famiglia tedesca ha mai tentato di riprenderti?

Si. Dopo un po’ sono arrivati dei signori nella nostra casa a Danzica presentando i documenti per riprendermi, ma avendolo saputo poco prima, ci siamo nascosti. Ricordo ancora nonna che mi metteva nel divano e mi faceva segno di fare silenzio.

Grazie per aver raccontato la tua storia, Helmut.

Grazie a voi. Purtroppo questa vicenda è anche per me in molti aspetti avvolta nel mistero. Mia madre e mia nonna non hanno rivelato quasi nulla e molte cose abbiamo dovuto ricostruirle noi negli anni.

Il caso di Helmut Zielinski è importante per comprendere la vita e la psicologia delle persone durante e subito dopo la guerra, soprattutto di gente come Maria Makowska, schiacciata dal peso insopportabile di una colpa che forse in fondo non era sua, ma delle brutali conseguenze di una guerra che ha devastato il mondo, anche con piccole storie come questa.

MARZULLO GIACOMO