Legalità e diritti umani Tra lotte e idoli odierni

I Diritti Umani

Nel momento in cui un uomo nasce, sin dal suo primo respiro, possiede inconsapevolmente dei diritti, semplicemente per il fatto di essere un uomo. Questi sono detti diritti umani perché non sono privilegi che cominciano nel momento che gli uomini formano una società, ma sono universali, senza tempo e spazio. Devono quindi essere rispettati sempre e in ogni dove.
Dal momento che nella storia i totalitarismi e i regimi di terrore hanno scansato tali principi e non hanno percepito la necessità di rispettare diritti che non dovevano essere messi per iscritto, ma rispettati in quanto universali, L’ONU, prendendo ispirazione dalla Dichiarazione dell’uomo e del cittadino francese, stilò la dichiarazione dei diritti umani finita la seconda guerra mondiale, il cui articolo 3 reclama il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza.
Invece la Costituzione Americana mise per iscritto un principio che per la prima volta fu teorizzato: Il diritto alla felicità.
Nonostante la felicità debba essere perseguita in tutte le sue forme, come afferma anche la costituzione americana, non è lecito pensare solo alla felicità individuale, come noi siamo avvezzi fare, ma si deve considerare la felicità universale del genere umano, in particolar modo questo deve esser fatto dalle persone che governano nazioni o territori.

La mia terra: Eden decaduto.

Come è noto ai molti il sud dell’Italia, un vero e proprio paradiso terrestre per clima e territori rigogliosi, negli ultimi decenni, è stato martoriato dai suoi abitanti stessi, che per arricchirsi lo hanno vilmente maltrattato e rimpinguato di rifiuti tossici e non, e a risentirne sono le popolazioni che ci vivono e che sono succubi di aumenti di malattie mortali e che stroncano l’essere dell’individuo.
La mafia ha insegnato a noi meridionali di essere senza scrupoli affinché possa arricchirsi e affermarsi, nonostante debba compiere crimini contro l’umanità e stroncare nella più meschina maniera la mia gente nel nome dell’illegalità, con l’aiuto di una complice classe politica che ha facilitato il predominio mafioso per la loro codardia e col solo intento di far ingrassare il proprio portafoglio con i rifiuti e le ecoballe che sono diventate vere e proprie miniere d’oro.
Se la situazione odierna non è degenerata come si prospettava è solo grazie alle figure, di estrazione sociale e professionale diversa, che hanno contrastato il fenomeno dell’illegalità e si sono battute per far vincere i diritti umani che erano stati soppressi e a cui va la mia più profonda stima e il più sincero ringraziamento per essere riusciti a dire No e far valere la posizione di legalità.

Il vento che non può essere intrappolato

Tra le tante figure odierne simbolo di lotta per la legalità spicca la redazione di Fanpage, i cui giornalisti negli ultimi mesi hanno investigato sul sistema degli appalti illeciti per lo smaltimento delle ecoballe campane e sui rapporti tra stato e mafia, il tutto grazie all’aiuto di un celebre boss camorrista che ha ripreso tutte le tappe dell’iter del sistema illecito.
Il servizio che prende il nome di Bloody Money, dato che i soldi che che vengono adoperati negli scambi non sono solo di natura illecita ma sono insanguinati dalle impronte che la camorra su di essi ha lasciato e che devono essere pertanto ripuliti, descrive i passaggi fondamentali delle appropriazioni illegali di appalti, che in questo caso sono dei rifiuti, ma che potrebbero essere valide per tutti i generi di bando d’appalto in tutta Italia.
Dall’inchiesta è emerso che lo stato Italiano tutto è ancora intriso di rapporti con gli uomini di mafia , che cercano nuovamente di fare fortuna sui problemi del meridione, la spazzatura in questo caso, e risulta quindi che non sono lontani ,come si pensa, gli anni degli accordi stato-mafia, ma è risaputo che se siamo uniti è possibile fermare il sistema incancrenito meridionale.

I nuovi paladini dei diritti umani e della legalità

Come ogni figura che difende la legalità e i diritti umani, I giornalisti di Fanpage sono stati aspramente criticati e minacciati per la loro grandiosa opera d’inchiesta che ha aperto un fascicolo nelle questure e che ha posto i riflettori su una mafia che da qualche anno agiva nell’ombra indisturbata.
La redazione dimostra indirettamente che non è difficile porsi sulla via della legalità, anche se nel cammino ci si scontra con i potenti di oggi, che sono pronti a tutto pur di insabbiare i casi e mettere un fermo a ciò che da tanti anni si sta cercando di fare: una rivoluzione di legalità e diritti umani.
Sono loro, oggi, i paladini e gli idoli dei diritti umani e della legalità perché insegnano a noi giovani a essere sempre coraggiosi, a scardinare i sistemi corrotti che stanno rovinando la mia terra e la mia gente e che dopo molto tempo ci trasmettono quella speranza che può riaccendere la scintilla in noi e farci tornare a credere nelle istituzioni e nel territorio.

 Di Domenico Arruzzo 4B