Clonazione umana, un traguardo non più così lontano

Sembrava dovesse restare solo fantascienza, ma nel giro di pochi anni gli scienziati sono arrivati a risultati impressionanti.

Ciò di cui stiamo parlando è la clonazione.

Già sperimentata più volte dalla natura, basti pensare ai gemelli monozigoti, è stata avvicinata anche dall’uomo.

Per clonazione si intende una copia geneticamente identica di un essere vivente, animale o vegetale.

L’obbiettivo degli scienziati era quello di riuscire a ricreare in laboratorio quello che accade durante la formazione degli monozigoti. Decisero di partire clonando un embrione, cioè un individuo animale nei suoi primi stadi di sviluppo dopo la fecondazione della cellua uovo, poichè il processo appariva più semplice.

In seguito provarono partendo dalla cellula di un animale adulto.

E così, nel 1996, nacque l’agnello Finn Dorset 6LLS, meglio nota come Dolly. Tale creazione avvenne presso il Roslin Institute in Scozia, e fu l’unico agnello a nascere da 277 tentativi.

Per produrre Dolly si è partiti da una cellulla di una mammella di una pecora bianca di sei anni. Di tale cellulla la parte che interessava agli scienziati era il nucleo che contiene quasi tutti i geni della cellulla stessa. Dopo una serie di “riprogrammazioni” della cellula mammaria la iniettarono in una cellula uovo non fecondata privata di nucleo, per poi posizionarla in una madre surrogata che avrebbe fatto nascere Dolly.

Dolly nacque perfettamente normale, riuscendo, da adulta, a riprodursi senza nessun effetto negativo sulla prole. Morì nel 2003 a sei anni e mezzo. Morì prematuramente rispetto all’età media delle pecore (che si aggira intorno ai dodici anni), ma ciò può essere spiegato con il fatto che la cellula da cui era stata clonata proveniva da una pecora che aveva già sei anni di vita.

Utilizzando la tecnica usata con Dolly, gli scienziati, sono riuscita a clonare molti altri tipi di animali, come topi e bovini. Si erano invece verificati problemi con la clonazione delle scimmie, poichè nei nuclei delle loro cellule sono presenti dei geni “spenti” che impediscono lo sviluppo dell’embrione.

Alla fine del 2017 i ricercatori cinesi di Shanghai, dopo tre anni di lavoro, sono riusciti per la prima volta a risolvere questi problemi, generando ben due scimmie geneticamente identiche: Zhong e Hua Hua.

Momentaneamente i due cuccioli sono in ottima forma e crescono in modo naturale, il loro sviluppo verrà ovviamente monitorato.

Questo è un grandissimo passo in avanti per l’uomo e per la scienza, che però smuove un importante prolema etico essendo le scimmie molto simili a noi.

Che l’uomo sia il prossimo scalino in questa ascesa è un’ipotesi fatta da molti, ma cosa accadrà se veramente la scienza riuscirà a clonare l’uomo?

In primo luogo verranno meno i compiti della donna e dell’uomo nella riproduzione, in quanto non sarà più necessaria la presenza di entrambi i sessi. In secondo luogo verrebbero a rompersi tutti i legami parentali, in quanto una persona potrebbe essere figlia del nonno e gemella della madre.

Queste supposizioni potrebbero spaventare l’uomo che forse sta superando i suoi limiti.

 

Di Francesca Carpani