FUGA DI CERVELLI: TRADIMENTO OD OPPORTUNITA’?

Si parla spesso della cosiddetta “fuga di cervelli”, e cioè del fatto che molti studenti italiani vadano all’estero per proseguire i propri studi. Questi ragazzi sono spesso mal visti dall’opinione pubblica, dall’ambiente scolastico da cui provengono, e sono a volte additati dai più estremisti come “traditori della patria”.

La fuga di cervelli non è invece riconducibile ad alcun tipo di tradimento nei confronti del proprio paese, della propria educazione, della propria famiglia; si tratta di un desiderio di scoperta dell’ignoto, di sperimentare ciò che è diverso, di ricevere un’educazione basata su parametri che sono molto spesso diversi da quelli presenti negli atenei italiani. Ciò che spinge molti ragazzi a partire, inoltre, è anche il desiderio di ricominciare da capo, di essere gli unici padroni di se stessi in un luogo straniero.

Questi buoni propositi sono tuttavia troppo spesso scambiati per tradimento e irriconoscenza, ma sembra ormai che chi accusa questi giovani di voltare le spalle al proprio paese e alla propria educazione ignori di vivere in un mondo estremamente internazionale, un mondo in cui ormai lo scambio di culture differenti è divenuto quotidianità.

Bisogna dunque approcciarsi al fenomeno con occhi diversi, cercare di capire le vere motivazioni che spingono ogni anno migliaia di ragazzi a partire e a lasciarsi alle spalle il passato per poter vivere un futuro pieno di soddisfazioni.

 

Di Giuseppe Costa