L’eterno ritorno dell’antico

Cisterna Latina.  2 Marzo 2018. Omicidio.

Luigi Capasso, un carabiniere di 43 ha prima sparato alla moglie con la pistola d’ordinanza nel garage dell’abitazione, i due si stavano separando. L’ha ferita gravemente. Poi si è barricato in casa e, dopo aver ucciso le figlie di 7 e 13 anni, si è tolto la vita. Inutili le nove ore di trattazioni da parte dei colleghi dell’uomo per rilasciare le bambine.

‘’Per i demoni vendicatori dell’Ade, non consegnerò mai i miei figli all’oltraggio dei miei nemici. Devono assolutamente morire: e se è

così, sarò io, che li ho messi al mondo, a ucciderli. È cosa fatta oramai, non c’è più scampo (…) per straziare il padre con le sventure dei suoi figli, devo proprio raddoppiare la mia di sofferenza?’’

Fioccano parole pesanti dalla bocca di Medea, è così che nel 431 a.C. Euripide mise in scena la follia figlicida.

Il mito narra che Medea, donna barbara della Colchide, si innamorò di Giasone di Iolco. L’eroe,giunto in Colchide per conquistare il vello d’oro, promette il matrimonio in cambio di un aiuto nella sua impresa. Medea è disposta a sterminare l’intera famiglia per aiutare l’amato. Poi i due, esuli, giungono a Corinto e Giasone in favore della sua esclation sociale sposa la principessa dell’isola. Medea, oltraggiata, uccide i figli e la neo-sposa, lasciando però in vita Giasone.

Ma Capasso e Medea hanno in comune molto di più del semplice omicidio nei confronti dei figli. L’atto in sé è penoso, ma il pretesto è ancora peggiore. Ciò che ha spinto i due oltre il limite è la vendetta.

Così come Medea non sopporta lo status di concubina di Giasone, Capasso non tollera la separazione dalla moglie. I tempi sono cambiati, ma i sentimenti che accomunano l’essere umano di ieri e di oggi persistono. Capasso mira volontariamente lontano dal cuore della donna per lasciarla in vita, in modo da poter straziarla privandola delle figlie.

Il divario tra le due vicende è nella reazione degli assassini. Capasso si toglie la vita, Medea fugge. La causa è strettamente legata al tipo di società. L’uomo greco del quinto secolo vive nella società di vergogna: terrorizzato dal disonore e dall’essere deriso dai concittadini. Medea, facendo pagare aspramente a Giasone il tradimento, si riscatta agli occhi dell’opinione pubblica. L’uomo del ventunesimo secolo, invece, vive divorato dal senso di colpa, società di colpa, ed è proprio a causa di questo che Capasso matura l’atto finale.

Ciò che ci stupisce al giorno d’oggi è ciò che più di duemila anni fa gli antichi avevano già sperimentato, metabolizzato e talvolta messo in scena. La complessità dei sentimenti dell’uomo va di pari passo con la sua immobilità. Più il progresso ci aiuta a formulare nuove teorie sulla psiche umana più ci accorgiamo di quanto essa sia ripetitiva e monotona.