IL LICEO NON-CLASSICO

Giunti alla conclusione delle iscrizioni alla scuola secondaria superiore, in Italia si tira un sospiro di sollievo. La stabilità del nostro sistema educativo resiste agli urti di potenziamenti e indirizzi innovativi. Gli istituti tecnici, professionali e i licei presentano già varie alternative al percorso classico. Alcune tra esse, come l’opzione economico-sociale delle scienze umane e le scienze applicate dello scientifico, non possono nemmeno essere più considerate delle novità. Hanno attecchito meravigliosamente e ricevono un ampio consenso. Al contrario, destano ancora numerosi dubbi e fanno storcere il naso le opzioni internazionali. Il Galvani di Bologna ad esempio, sebbene riceva innumerevoli iscrizioni e goda di una buona fama, viene visto con sospetto dai classicisti più tradizionalisti. Il Minghetti, al contrario, limita i potenziamenti e si focalizza sulle materie standard del classico. Nonostante le numerose opzioni che il nostro sistema scolastico propone, però, molti studenti si dichiarano insoddisfatti del proprio percorso di studi. Il liceo classico, ad esempio, è il luogo di amore-odio per eccellenza. Il Minghetti, in particolare, offre un ambiente stimolante e familiare, ma al contempo un ritmo di studio serrato. Chiunque si sia iscritto esclusivamente per amore delle lettere, si sarà sentito ripetere innumerevoli volte che “le materie scientifiche hanno lo stesso peso di quelle classiche”. Il motto più utilizzato è però un altro, e dichiara che “nel nostro liceo c’è bisogno di dedizione e voglia”. La verità è che la maggior parte del tempo viene dedicato, logicamente, allo studio del greco e del latino. Alle scuole medie le lingue morte sono state sempre escluse dal programma, e non possono venire paragonate allo studio di qualsiasi altra lingua straniera. Dunque i neo iscritti, il più delle volte, non hanno la minima idea di che cosa siano destinati ad affrontare. Il problema è che non sempre è presente un’alternativa allettante. Sebbene le opzioni siano molteplici e complete, non esiste una soluzione che ci consenta di studiare quello che più ci appassiona, esonerandoci dall’incombenza di materie per noi incomprensibili. Talvolta è possibile che ci si incuriosisca, con l’andare del tempo, ad argomenti che mai avremmo pensato ci sarebbero interessati. Altre volte, lo studio obbligato si rivela indispensabile e necessario. Altre ancora, non si riesce ad avere una visione complessiva di quanto sia stato utile impegnarsi e apprendere nuove nozioni, e se ne esprimere la gratitudine solamente al termine del percorso formativo. Tuttavia, molto spesso, il senso di inadeguatezza e il disinteresse ci spingono a pensare a una nuova tipologia di istruzione, completamente improntata sulle materie che davvero contano nella vita. A tutti noi è capitato di immaginare una scuola utopica, basata sull’amore per la trasmissione del sapere e svincolata dai voti. Ciò, straordinariamente, si avvicina molto agli ideali perseguiti dal Minghetti. Sappiamo quanto siano sottovalutate la geografia, o l’attualità, o l’educazione civica, e quanto argomenti di importanza rilevantissima, vengano accantonati o non affrontati totalmente. Tuttavia, quello che si evince da confronti con studenti di altre scuole, è che il nostro istituto è il meno classico tra tutti. A partire da progetti come Orizzontal-mente, che vede unirsi su un piano orizzontale interventi tra studenti e professori. La proposta, adatta alle classi più mature e unite, vive oggi alti e bassi. Resistono, invece, le Coloriture, classi nelle quali studenti di sezioni ed età diverse si ritrovano per partecipare a progetti alternativi. Ma non sono le lezioni innovative e ludiche a fare del nostro istituto uno dei più originali, bensì abitudini che ormai ogni studente dà per scontate. Viene, per esempio, offerta possibilità di restare a scuola il pomeriggio per studiare individualmente, o assistiti da un professore tramite la prenotazione di uno Sportello. Inoltre, l’ampio utilizzo della tecnologia (come l’uso della lavagna interattiva, la comunicazione tramite mail, e gli elementi didattici del registro elettronico), consentono un’interazione maggiore tra professori e alunni. La cosa che più contraddistingue il nostro liceo sono quindi l’organizzazione e la costante comunicazione tra i diversi componenti dell’istituto scolastico. Ma contano anche la collaborazione, il supporto, e il sostegno, che alleggeriscono la tensione che si va creando in periodi di valutazioni e verifiche costanti. Che siano le materie, che sia il metodo o le idee, il nostro liceo classico si rivela essere non poi così classico.

 

Di Fabiha Shahid