Scopri se sei un procrastinatore seriale

“Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi” O “Non rimandare a domani quello che potresti fare dopodomani”?

Chi di  voi si è mai trovato nella situazione di dover scegliere tra il fare subito qualcosa di noioso e poco piacevole o farlo in un secondo momento, dando la precedenza a cose meno importanti e immediatamente gratificanti? E a quanti è capitato di scegliere la seconda opzione, nonostante fossero consapevoli del fatto che ci sarebbero state ripercussioni negative sul futuro? Vi faccio un esempio: Vi siete mai ridotti a fare i compiti di matematica alle nove di sera perché avete passato il pomeriggio a guardare 5 episodi su Netflix? Vi è mai successo di studiare storia e di ritrovarvi 5 minuti dopo a riordinare tutte le foto della galleria sul cellulare perché vi sembra improvvisamente una cosa urgentissima e importantissima da fare? Se vi ritrovate in uno di questi esempi o vi sono accaduti fatti simili, allora battete il cinque: siete dei procrastinatori. No tranquilli, nessuno vi sta insultando. Dal latino “pro” (avanti) e “cras” (domani), procrastinare significa rinviare qualche cosa in un momento successivo, con lo scopo di guadagnare tempo o di evitare delle conseguenze possibilmente spiacevoli.
Non siete ancora sicuri che si stia parlando di voi? Continuate a leggere.
Esistono principalmente due tipi di procrastinazione: quello rilassato e quello preoccupato. Nel primo caso fate parte di coloro che evitano le incombenze noiose e monotone, che non riescono a svolgere un stesso compito per tante ore di seguito; allo stesso tempo però, quando qualcosa vi interessa e vi appassiona siete determinati e motivati. Il problema sorge quando entrate in una sorta di “routine” e quello che fate non vi piace più, ma vi stanca e vi porta a non raggiungere mai gli obiettivi che vi sono stati prefissati. Siete dunque delle persone che preferiscono svolgere compiti che li gratifichino immediatamente, piuttosto che affrontare la dura realtà qui  e ora. Pensate che ci sarà ancora tempo per finire “il tema d’italiano” o di “mettere in ordine l’armadio” e rimandate l’incombenza fino a quando il tempo non ci sarà più davvero e sarà entrato in gioco il fattore ansia, il vero motore del procrastinatore. Infatti a poco dalla scadenza, il vostro cervello sentirà l’urgenza di svolgere quello che avete posticipato per ore, giorni o forse mesi e questo vi porterà a completare l’opera in poco tempo e male.
Nel secondo tipo entra invece in gioco una forte componente psicologica. I procrastinatori “preoccupati” sono coloro che non si sentono sicuri delle proprie capacità, che hanno paura del successo o ,ancora  più frequentemente, hanno paura dell’ insuccesso. Molto spesso sono spinti dal perfezionismo a rimandare qualcosa che sanno non si concluderà nel migliore dei modi e tendono a posticiparlo al più tardi possibile, illudendosi quasi che in questo modo non dovranno affrontare mai le conseguenze. Nella maggior parte dei casi si sentono sopraffatti dal compito che devono portare a termine, schiacciati dalla paura di fallire o di sbagliare.
Nonostante questi due profili appaiono così diversi, hanno un grande punto in comune: le conseguenze. Ciò che infatti differenzia la pigrizia dalla procrastinazione sono proprio il senso di colpa e la consapevolezza  del proprio problema che assalgono il procrastinatore dopo l’ennesimo rinvio di una qualche attività. Durante il continuo rimandare, nella mente del procrastinatore si  arriva ad un punto cruciale, il momento in cui subentra quella che Tim Urban, nella sua Ted Talk riguardante la procrastinazione, ha definito “il Mostro dell’Ansia”. Chi procrastina infatti sa che quello che sta facendo avrà esiti negativi sulla vita, ma non riesce a fermarsi, almeno fino a quando il suo cervello non sembra realizzare tutto d’un tratto quali saranno le reali conseguenze e mette in moto un meccanismo cosiddetto di “recupero”, che spinge l’individuo a cercare di riguadagnare il tempo perduto, svolgendo in pochissimo tempo quello che andrebbe organizzato nell’arco di ore, giorni o settimane intere. Tutto questo avviene sotto la spinta pressante dell’ansia e ovviamente i risultati a lungo termine non saranno mai pari a quelli di un progetto pianificato e realizzato con calma. L’individuo che procrastina è vittima delle sue stesse azioni. Vorrebbe dare una svolta alla sua vita, ma si ritrova in un circolo vizioso. Un tale processo porta addirittura ad inibire la capacità di svolgimento di alcune mansioni: diversi procrastinatori “cronici” si rendono conto di non essere più in grado di lavorare se non sotto pressione e sono quasi obbligati a procrastinare per ottenere un rendimento soddisfacente.

Dopo questa analisi vi sentite tristi e destinati ad una vita di rinvii? Non preoccupatevi! Non siete da soli: secondo quanto emerso dalla Procrastination Research Conference, un congresso mondiale tenutosi a luglio 2017 su quella che viene chiamata “l’ arte del rinvio”, il fenomeno della procrastinazione è in continua crescita tra i giovani e adulti occidentali, tanto da riguardare “cronicamente” il 20% di loro.
Ma a che cosa è dovuto questo continuo bisogno di rimandare? Secondo i dati raccolti a Chicago, la colpa sarebbe delle famiglie e della società. Queste infatti ci influenzano negativamente sin da piccoli. I primi colpevoli sono sicuramente i genitori, che ci insegnano con la loro scarsa (o fin troppa) presenza che non è sempre necessario superare gli ostacoli della vita, ma è meglio aggirarli in cambio di gratificazioni istantanee come regali o infinite concessioni. Il problema sorge però quando ci si trova davanti a incombenze che non possono essere evitate, ma vanno affrontate a viso aperto. A ciò ci si aggiunge un tipo di società pressante ed esigente, che richiede individui perfetti ed efficienti; a questo punto è inevitabile che i ragazzi, non preparati ad affrontare questo tipo  di situazione, si ritrovino nel panico e cerchino in tutti i modi di evitare le situazioni sgradevoli, entrando nel circolo vizioso della procrastinazione.

Fortunatamente, però, poiché il fenomeno è in continua crescita, altrettanto in crescita sono gli studi su di esso e diverse sono state le soluzioni proposte dagli scienziati e psicologi. Se non riesci a smettere di procrastinare, la prima cosa da fare è perdonare te stesso. Perdona(ti) tutti i momenti di rinvio precedenti a questo momento ed inizia tutto da capo. Il secondo elemento necessario è la voglia di dare una svolta alla propria vita: devi sentirti fiducioso delle tue capacità. Se pensi di non farcela, non sconfiggerai mai la procrastinazione. Il terzo e punto più importante è quello della “semplificazione” : comincia a svolgere quello che devi fare partendo dalla cosa che ti sembra più difficile e insormontabile. Inizia piano piano, un passo alla volta, dividendo il compito in tante piccole mansioni più semplici. Cominciando dalla prima, ti ritroverai ad aver superato l’ostacolo con molta meno fatica. Un valido aiuto può essere fornito dalla “Pomodoro Technique”, una tecnica messa a punto da un ex procrastinatore seriale. Consiste appunto nel gestire il proprio tempo, dividendo l’orario di lavoro in periodi di 30 minuti, costituiti da 25 di piena concentrazione e 5 di riposo. Per cronometrare il tempo viene utilizzato un timer a forma di pomodoro (da cui prende il nome questa tecnica), ma si può usare un qualsiasi timer da cucina. Inoltre è necessario avere accanto a sé un foglio dove scrivere  anche la minima distrazione provata nei 25 minuti di concentrazione. Dopo averla scritta sul foglio, si torna al lavoro. Questo metodo è una piccola rivoluzione per chi riesce a stare concentrato per brevi lassi di tempo.

Speriamo che grazie a questi semplici consigli possiate finalmente riprendere in mano la vostra vita. Se invece vi siete resi conto da questo momento di avere un problema, beh, non disperate: anche chi ha scritto questo articolo, ha procrastinato durante la stesura! 😉

 

Di Nicole Castraberti