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Scenario politico post-elettorale: a chi toccherebbe governare?                                                                         

-Il voto del 4 marzo non concretizza alcuna maggioranza parlamentare esplicita e tira uno schiaffo alla sinistra-

Come da previsione, anticipata da molteplici opinionisti politici prima della scadenza del 4 marzo, il “Rosatellum” non ha espresso un unico vincitore, ma almeno due: il Movimento5Stelle ,come partito unico (32.66%) e il centrodestra, come coalizione (37.03%). L’unica certezza è la sconfitta della Sinistra.

Molti ora chiedono al PD di sostenere varie coalizioni di governo o con M5S o con il centrodestra al fine di ottenere comunque, almeno nei numeri, una maggioranza di governo. Sono sufficienti i numeri per giustificare la formazione di un governo o è necessario condividere un programma realistico? Ovviamente la seconda ipotesi sarebbe quella auspicabile, tuttavia i problemi sorgono tra le forze politiche proprio sulla condivisione di un programma. Come può infatti convivere il reddito di cittadinanza del M5S con il principio sostenuto dal PD secondo cui  tutti debbono “tendere” ad avere un lavoro, come cita la nostra costituzione nell’articolo 4? Possono coesistere le posizioni di chi vuole partecipare all’Unione Europea solo per far valere i propri interessi nazionali e ottenere dei vantaggi, come richiede la Lega con l’ideale, espresso dal centrosinistra, di fare dell’Unione la casa comune dei cittadini degli stati per costruire un’identità nazionale europea?

Come si può vedere è semplice parlare di numeri, ma molto più complesso portare avanti progetti e programmi condivisi.

Un altro tema rilevante è quello dell’accettazione del principio di alternanza in un sistema democratico: chi vince le elezioni governa, chi le perde deve fare l’opposizione. Se invece, come suggeriscono alcuni, la soluzione è che vincitori e perdenti governino insieme, che fine fa l’alternanza e forse la stessa Democrazia? Non sarebbe proprio quell’ “inciucio” che Lega e M5S abborrivano? D’altro canto una opposizione attenta e presente è di stimolo all’intero sistema democratico.

Sul tema di collaborazione tra forze politiche, all’interno dello stesso PD si sono creati, subito dopo il 4 marzo, due posizioni diverse: la prima sostiene che sia dovere civico agevolare, in ogni caso,  la formazione di un governo  per non lasciare l’Italia in balia di incertezze e speculazioni finanziarie, la seconda, invece, è più propensa a ritenere che i programmi delle diverse forze siano incompatibili.

Per gli interessi dell’Italia sarà necessario costruire un governo tra le forze politiche vincenti e lasciare che il PD sieda all’opposizione in parlamento, cercando, con o senza Renzi, di riconquistare la fiducia delle classi lavoratrici (operai, ma anche imprenditori “illuminati”) .

 

Di Maria Elena Specchio

 

Fonte immagine: www.lastampa.it