APRÈS MOI LE DÉLUGE

Liberta

E tu uomo stupido, arrogante, essere nudo vestito solo della pelle dei tuoi insulsi sogni,
schiavo delle tue utopie, delle tue effimere convinzioni mondane, come pensi di poterti reputare libero? Taci! Le tue parole false m’annebbiano la mente, mi sbandano i pensieri: siedi e ascolta! Non scorgi la realtà, la tua piccola mente si spegne al di là di quello che non tocchi coi sensi, che non appartiene ai tuo mondo piccino. Ma cosa ti appartiene realmente? Cos’è veramente tuo? Cos’è solamente nostro? Nulla, proprio nulla, non meriti niente di più di ciò che, strisciando, riesci, a tentoni, a raccogliere,qual vermi che si nutrono di fango! Non combatti per i tuoi ideali, piccolo bambino arrogante e onnipotente?! Sforzati, almeno, di essere uno che i posteri possano ricordare! Smettila di fare la vittima, di piangerti addosso, nutrendoti del sangue versato da chi ti ha preceduto: i beni prima o poi scompariranno.. e dopo?!?! Après moi le déluge…forse, non ci sarà un dopo, non ci sarà più nulla, nessuno si metterà più in gioco e ci si farà la guerra anche per un semplice sguardo partito da occhi ancora puri. Saremo bestie che elemosinano emozioni, attenzioni, sempre nuove sensazioni all’infinito! Le bestie, però, si battono per la sopravvivenza nell’incertezza del domani, noi invece, “homo sapiens”, orgogliosi della nostra pseudo – libertà, rimaniamo falsi
sognatori, che inseguono chimere e qualsivoglia sentimento sterile, foriero di nulla, di tenebra, di vuoto.  Non dovremmo sprecare così la nostra vita: perché scivolare lentamente, ma inesorabilmente nell’oblio, quando basterebbe una mente illuminata a far luce sulla massa e guidare questo equipaggio di zombie? Quanto mi sarebbe piaciuto vivere in “altre epoche”, quando la libertà non si nominava solo a parole, non era un mero flatus vocis, ma si mostrava, si
testimoniava, anche, con la vita! Quanto vorrei essere quell’Emilio, scaturito dalla penna di Rousseau. Oh, se potessi tornare indietro nei tempo, cercherei di “rubare” qualcosa a quel pioniere dell’educazione, che con i sui modi cortesemente sfacciati, non temette di denunciare le ingiustizie sociali e di tuonare contro le ipocrisie del tempo! Vorrei essere la voce fuori dal coro, quel coro formato dalla ormai troppo sterminata massa gregaria, dimentica perfino di sognare cosa sia veramente libertà! “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta!”.

ORAZIO PUCCI    V B   LICEO SCIENTIFICO – ISTITUTO “G. CARDUCCI” – COMISO (RG)