Ella and John, conciliazione della contraddittorietà

“Helen ha detto […] che il tema principale di questo film è il mantenere la dignità. Ed era una cosa a cui non avevo pensato; ed è vero in maniera allarmante.”
Queste sono le parole di Donald Sutherland, che – in un’intervista all’Hollywood reporter – definisce così il filo conduttore del film Ella and John, trovandosi d’accordo con la Mirren, di cui interpreta il co-protagonista.

Se è la ricerca di dignità a voler dominare la scena, certo il casting è stato condotto coerentemente: nel suo primo film in lingua inglese, Virzì dirige due attori certamente superiori all’essere dignitosi; si tratta di due inappuntabili interpreti, che riescono a mantenere un’aria superiore, forte e quasi solenne, ispirando rispetto anche quando i loro personaggi mostrano in modo netto e inequivocabile i segni dell’età. La vecchiaia di John, specialmente, rischierebbe di scadere nel patetico, se la forza già presente in potenza nel personaggio – che decide di partire – non fosse pienamente supportata dallo spirito saldo di Donald Sutherland, la cui interpretazione riesce bene a conciliare due aspetti apparentemente opposti: il carattere forte del professor Spencer – quel professore che decide di portare con sé il fucile in ospizio – con le tendenze ai vagheggiamenti letterari e personali dello stesso, che imbarazza le cameriere di ogni locale parlando loro di Hemingway, incurante del disinteresse del suo involontario pubblico.

La mente di John è spesso definita “vuota”, nel corso del film, sia dal personaggio di Helen Mirren che da John stesso; ma lo spettatore constata che le cose stanno diversamente. Con un tratteggio ben riuscito, che si va formando con lo stratificarsi di diverse scene, la sceneggiatura di Virzì stesso, Amidon, Archibugi e Piccolo riesce a creare un buon quadro di ciò che popola una mente considerata vuota. Il primo cardine del pensiero a perdere presa sulla realtà, in chi soffre di Alzheimer, è quello del tempo: la buona varietà di interpretazioni che ci offre il film spazia dalla confusione temporale di John quando non riconosce la moglie (“Ella non sei tu, Ella è la mia ragazza, ha ventidue anni…”) fino al completo estraniamento in una scena già avvenuta nel passato, che il protagonista replica, inconsciamente rivelando alla moglie segreti celati per decenni. Il secondo cardine che perde John è lo spazio, seconda intuizione pura kantiana, base fondamentale per avere a che fare col reale; trattandosi di un road movie, il continuo cambio di location è un espediente narrativo che ben si adatta a rendere manifesto il disorientamento del vecchio. Infine, anche l’ambito della parola viene danneggiato, e di questi danni riporta i segni il professore di lettere che è in John: nonostante sappia a memoria interi passaggi di Hemingway e Melville, se prova a leggere cose nuove finisce per smarrirsi a metà frase, dimenticandone l’inizio – questo confessa Sutherland, con sguardo stranamente cosciente, eppure mantenendo un aspetto a metà tra il perduto e lo stupito. Con la stessa confusa disillusione è affrontato il momentaneo smarrimento per cui non riesce a completare una frase; vorrebbe dire: “Non trovo mia moglie”, ma gli manca la parola “moglie”. Ed è sempre nella stessa ottica di apparente contraddittorietà che emergono certi ricordi stranamente definiti, innaturalmente dettagliati per un uomo la cui mente spesso non riesce neanche a mettere insieme il nome dei figli. Helen Mirren lo guarda, tra l’atterrito e il contrariato, mentre lui riconosce una sua ex-studentessa, in una scena di tensione malcelata sotto maldestri convenevoli. La forza del personaggio di Ella, invece, sta nella sua irrequietezza, nei suoi sbalzi d’umore e nelle sue decisioni improvvise; si è sempre trattato di un carattere forte, è chiaro, e nella vecchiaia è sottoposta alla costante agitazione per il marito: ne è esasperata e innamorata, lo abbandona e non può vivere senza di lui, ne viene irritata eppure sembra l’unico che possa calmarla. Sceneggiatura da una parte e interpretazione dall’altra riescono a collaborare nella sintesi degli opposti: mentre la prima costituisce una salda caratterizzazione di Ella e John, gli attori riempiono questa struttura rendendo entrambi i personaggi la conciliazione non banale di diverse tendenze.

 

Di Bianca Delpiano

 

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Fonte immagine: comingsoon.it