8 Marzo

Giorno 8 Marzo: come ogni anno dal 1909 abbiamo celebrato la festa internazionale della donna. In realtà non si conoscono i veri motivi per cui sia stata scelta questa particolare data: nel tempo diversi falsi storici ne hanno proposto una motivazione ma la bufala più famosa vuole che, durante questo giorno del 1908, in una fabbrica americana, alcune operaie siano state chiuse dal proprio padrone nell’edificio e che abbiano perso la vita a causa di un incendio. Forse la contaminazione tra due fatti diversi. Comunque, piuttosto che concentrarci su questo sarebbe opportuno riflettere sul significato da dare a questa ricorrenza che, con il passare del tempo, potrebbe apparire svuotata del suo primo valore. Il suo scopo iniziale era infatti quello di spronare e organizzare manifestazioni ogni anno per promuovere il suffragio universale (raggiunto dopo la seconda guerra mondiale) ma le cose da allora sono molto cambiate e così, piuttosto che limitarsi a regalare mimose (tagliate dagli alberi dove capita o pagate a carissimo prezzo) o, in alcuni casi – può apparire incredibile ma ancora succede – a “dare il permesso” alle proprie mogli di uscire con le amiche per una serata, siamo davvero convinti che una ricorrenza come questa debba essere vissuta in una maniera tanto frivola? È vero, ci sono delle manifestazioni durante l’otto marzo ma rimangono nel contesto di quella data e il giorno dopo già non se ne parla. La festa della donna dovrebbe invece essere come la giornata della memoria: ricordare le vittime di femminicidio e degli abusi domestici, una data seria in occasione della quale riflettere su cosa le donne hanno dovuto affrontare per arrivare ai progressi di oggi e sul tanto che ancora c’è da fare. Per paradosso potremmo dire che dovrebbe essere un giorno di lutto se si pensa che in Italia, ogni due giorni, una donna muore per mano del compagno, senza contare le migliaia che in questo momento ricevano abusi di qualsiasi tipo. L’otto marzo ci deve ricordare tutto questo e spronarci a guardare avanti per un futuro migliore.

Elena Palazzolo III G