Donare se stessi: tra opinioni e leggi

Poche settimane fa mi sono resa portavoce di alcune domande sul donare, che sono sorte in sede di redazione tra un’idea e un’altra, proponendo alle quarte e alle quinte del nostro liceo un questionario. I tre nuclei delle domande erano costituiti dal tema del “donare”, più in particolare dalla donazione di sangue, di organi e di midollo osseo. Dal sondaggio quasi tutti noi ragazzi risultiamo essere donatori o comunque favorevoli alla donazione, ma solo alcuni tra noi sono disposti a diventare donatori nei tre campi. I motivi che ci frenano spaziano dalla paura degli aghi, alla paura del dolore per il prelievo del midollo, o dell’essere ancora in vita nel caso dell’asportazione di organi e tessuti. Eppure spesso dimentichiamo che alcuni tra noi o i nostri cari potrebbero avere bisogno proprio di questo on un qualsiasi momento ed è probabile che allora sarebbe certo per noi più facile cambiare idea e farci coraggio di fronte a una tale emergenza. Alcune domande del questionario miravano anche a raccogliere informazioni su altri aspetti, diciamo tecnici, e su questo versante molti dubbi sono emersi, soprattutto sugli aspetti giuridici e procedurali. Pochi per esempio sono a conoscenza delle leggi che regolano le tre tipologie principali della donazione, specie quelle del sangue e quelle postmortem di organi e tessuti. È necessario quindi sapere che dopo la donazione del sangue vengono rilasciate, o inviate per posta/mail, le analisi e che fino a un secolo fa il “commercio” di sangue era un vero e proprio business, mentre oggi la compravendita sarebbe del tutto illegale. Per quel che riguarda poi la donazione degli organi, è possibile cambiare idea sul donarli o meno in qualsiasi momento, basta farne dichiarazione nel testamento biologico o ritrattare la propria dichiarazione di volontà quando si vuole. Al momento dell’asportazione ci saranno tre tipologie di medici che si occuperanno di dichiarare la nostra morte a più intervalli, assicurandosi di essere effettivamente davanti a un decesso anche cerebrale. In caso di mancata scelta, alla morte vengono interpellati i familiari che decideranno secondo l’ordine di priorità dettato dalla legge. Ricordiamo che trapiantare organi e tessuti a scopo di lucro o esportarli all’estero con la stessa intenzione in Italia è severamente vietato. Da un punto di vista etico è anche importante sapere che la Chiesa cattolica, così come altre grandi religioni quali l’ebraismo, l’induismo, il luteranesimo e l’islamismo, è favorevole alla donazione in generale, considerandola un atto di grande altruismo.
Ha detto papa Benedetto: «L’atto d’amore che viene espresso con il dono dei propri organi vitali permane come una genuina testimonianza di carità che sa guardare al di là della morte perché vinca sempre la vita». Tirando le somme, possiamo concludere che donare, per noi ragazzi, non costituisce una difficoltà, e sia la legge che (in buona parte) le religioni ci lasciano liberi di scegliere ciò che dev’essere del nostro corpo, ma qualsiasi opinione si abbia, è sempre consigliato parlarne con i familiari, specie se minorenni, poiché toccherebbe a loro esprimersi in caso di idoneità.

Kimberly Caziero 4AS Liceo Scientifico e delle Scienze Umane O.M. Corbino Siracusa