• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Ero Straniero: analisi e prospettive sul fenomeno migratorio

Ero Straniero: analisi e prospettive sul fenomeno migratorio

Tra piacevoli intermezzi proposti dall’indirizzo musicale del Liceo Classico, che ha ospitato il 17 marzo scorso il convegno nazionale “Ero straniero, analisi e proposte sul fenomeno migratorio”, noi studentesse della 3^ E abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e affrontare questo complesso argomento di rilevanza non solo nazionale da molteplici prospettive grazie ai qualificati interventi dei relatori: un’esperienza davvero interessante. Il prof. Elio Cappuccio, docente di storia e filosofia, ha illustrato la stretta connessione che vi è tra il concetto di cittadinanza e quello di identità e ci ha aiutato a riflettere sui diversi modi di guardare al fenomeno che può apparire un’invasione al paese che accoglie i flussi migratori mentre ad altri un fisiologico spostamento di popoli. Sarebbe utopistico – ha detto – credere che tutti gli uomini possano superare i pregiudizi e gli stereotipi, ma ciò che potremmo fare è smettere di considerare il suolo sul quale viviamo come nostra proprietà privata e operare al fine di una legislazione che ne stabilisca la condivisione con coloro che ne hanno bisogno.È Kant a scrivere della “pace perpetua”, ha rilevato Alessio Lo Giudice nel corso del suo intervento imperniato sui valori del cosmopolitismo, ma cosa si intende per “Pace perpetua”? E come è possibile realizzarla? Pace e cosmopolitismo sono in stretta correlazione in quanto entrambi puntano ad un concetto di diversità differente da quello che intendiamo noi oggi, cioè a un’opportunità di arricchimento culturale e formativo. Il cosmopolitismo non deve essere inteso come universalismo perché sarebbe proprio quello il punto di rottura tra noi e “lo straniero”; ciascuno di noi è diverso dall’altro sia esso un nostro concittadino sia un uomo di un’altra nazionalità e per questo deve essere rispettato nella sua diversità. Nessun gabbiano impara a volare chiuso in gabbia e così neanche noi potremo mai crescere se imprigionati da convinzioni che non rispettano la nostra diversità, ma la eliminano cercando di omologarci. Da Sofia Amoddio l’invito a demolire tutta una serie di stereotipi che ci sarà capitato almeno una volta di sentire anche grazie a una corretta informazione. Molto diffusa è, ad esempio, l’errata opinione secondo cui la meta della maggior parte dei migranti è l’Europa se non addirittura l’Italia, quando i dati dimostrano come in realtà il maggiore flusso migratorio non si muova da sud a nord bensì da sud a sud; la Turchia per esempio oggi conta più di 2.700.000 migranti provenienti da paesi poverissimi come l’Eritrea, la Nigeria e la Somalia. Non è neanche vero che tutti i migranti siano in Italia, mentre è vero che l’Italia, e in particolar modo la Sicilia, sono i luoghi di prima accoglienza e di sbarco per i migranti, poiché non solo si trovano al centro del Mediterraneo, ma soprattutto perché nei nostri porti molti dei rifugiati ricevano la corretta tutela e assistenza. Da qui poi essi si spostano prevalentemente in Lombardia e in paesi come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania, stati che contano molti più immigrati del nostro. Simonetta Arnone, dirigente scolastica del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti Alberto Manzi di Siracusa, ha spiegato come i CPIA, progetto europeo del 2015, destinati sia ai nostri connazionali, che non hanno avuto la possibilità di completare gli studi, che agli immigrati, proprio per formare una società che cresce e integra, abbiano un ruolo centrale nel settore dell’istruzione attraverso cui è possibile costruire una cittadinanza attiva e consapevole, un diritto, oltre che un dovere. Infine, se all’avvocato Carla Trommino è toccato il compito di chiarire le problematiche normative che incidono sulla vita dei migranti, e in particolare dei minori, provenienti dai paesi in cui vi sono conflitti quotidiani che sono ignorati e non compresi da noi che viviamo “sicuri nelle nostre case”, Marco Perduca, dell’associazione Luca Coscioni, ha raccontato la sua personale storia e in particolar modo la storia della sua discendenza, ricordando come e ha parlato di una proposta di legge popolare che aiuti i richiedenti asilo a inserirsi nel mondo del lavoro che ha raggiunto 90.000 firme in soli 6 mesi. Tutti gli interventi hanno comunque avuto un comune denominatore: la necessità di un’analisi critica dei fenomeni che viviamo per poter divenire cittadini partecipi e attivi. Nella sua famosa orazione funebre agli Ateniesi, Pericle sottolinea proprio l’importanza della partecipazione politica, in particolare dice che un uomo che non si interessa dello Stato non viene considerato innocuo, ma inutile. Capiamo quindi che, proprio come nell’antica Grecia, non si deve essere mai succubi di chi ci governa, ma in grado di fare delle scelte, giuste o sbagliate che siano. Solo così la società sarà formata da cittadini partecipi, e soprattutto consapevoli.

Le alunne della 3^E