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La testimonianza di un militare che ha vissuto in prima persona missioni a scopo umanistico

Nei film, telegiornali e articoli di giornale, vengono messi in luce, nella maggior parte delle volte, solo aspetti negativi delle missioni militari o riportate testimonianze di una realtà che mai nessuno vorrebbe vivere. Approfondendo il discorso con un militare che ha vissuto questa realtà, non sempre ciò che si vive in missione è traumatizzante e generalizzabile verso tutte la esperienze di tutti i militari in paesi esteri.

Ed è proprio alla domanda << come convivi con i ricordi di quella missione ? >>che viene messo in luce il ricordo più bello al quale necessariamente il militare si è dovuto aggrappare come punto di forza e antistress che il militare risponde <<ovviamente i ricordi riaffiorano, ma facendoci forza fra noi, tutto sparisce e ricordiamo ciò che la parte della popolazione non ostile a popoli occidentali ci ha saputo trasmettere e fatto vivere >>. Ovviamente la nostalgia di casa e della propria famiglia si fa sentire, soprattutto dopo mesi di missione, ecco, come hai affrontato questa mancanza? <<beh, siamo nel xxI secolo e a differenza del passato, le comunicazioni sono state agevolate e non occorre attendere molto tempo per ottenere una risposta da casa o semplicemente un aggiornamento della vita quotidiana della mia famiglia, ora con le nuove tecnologie, quali programmi per videochiamate è tutto più semplice e la mancanza di casa è solo dal punto di vista fisico e non sentimentale anche se non nego di aver voluto riabbracciare i miei figli ogni volta che li vedevo sullo schermo del computer >> .

Hai parlato di “ casa “, una volta terminata la missione e tornato a casa, come hai superato il post- missione? << il difficile non è superare la missione stessa, il difficile sta nel tornare alla normalità dopo aver dato il 100% di se stessi al proprio paese all’estero e alla continua messa in allerta di tutti i sensi che fortunatamente non ho bisogno di amplificare anche quando non sono in missione. Ed è proprio questo cambiamento che, almeno nel mio caso, è la parte più dura da lasciarsi dietro almeno per i primi giorni. Il mio punto di forza è la famiglia, che dopo ogni missione mi aspetta a casa a braccia aperte>>

Di Alessio Sebastiani