RECENSIONE LIBRO “LA CASA DEL SONNO” DI JONATHAN COE

Appunti sull’autore:

Jonathan Coe è uno dei romanzieri inglesi attuali che ha lavorato per parecchio tempo come correttore di bozze, e per un certo periodo si è dedicato molto alla musica.

Le storie di Coe sono spesso dedicate a protagonisti con grossi problemi relazionali o affettivi: Coe descrive i loro schemi mentali e le loro problematiche interiori.

Trama:

Si tratta di un racconto strutturato diversamente rispetto al convenzionale romanzo. L’autore infatti ha deciso di far sviluppare la storia su due piani temporali distinti, per facilitarne la comprensione al lettore.

Il romanzo è ambientato nei primi anni Ottanta, in un edificio imponente e antico di nome Ashdown; tale edificio, nella prima linea temporale, 1983, è adibito come edificio universitario. Qui si intrecciano le vite di alcuni studenti inglesi, ognuno con una storia diversa alle spalle. Sarah studentessa universitaria che vuole diventare maestra, soffre di una grave forma di narcolessia, associata a allucinazioni ipnagogiche e cataplessia. Sarah ha una relazione con Gregory, studente di medicina, ossessionato dal suo stesso futuro lavoro, la psicoterapia. La relazione con Sarah è ormai agli sgoccioli, ma Gregory, prima di interromperla, si fa dare informazioni da Sarah riguardo le allucinazioni. Veronica è invece una studentessa appassionata di teatro. Terry, che si occupa di cinema, ha una strana abitudine: ha bisogno di dormire quattordici ore per essere al pieno delle sue energie. Infine, Robert, studente del terzo anno di lettere, è innamorato follemente di Sarah, soggetto delle sue poesie.

La seconda linea temporale, 1996, è incentrata per la maggior parte nei capitoli pari; vede i protagonisti dodici anni dopo, cresciuti, realizzati. Nel frattempo l’università è diventata una clinica dedicata allo studio del sonno e in particolare della narcolessia. Ironia della sorte, Gregory ne è il direttore. Nelle sue grinfie finisce Terry, diventato un giornalista affetto da problemi del sonno.

Questo romanzo, oltre a fare un’analisi psicologica dei vari co-protagonisti, è anche un romanzo che ci spiega l’amore come sostanza più pura che non guarda né a caratteristiche fisiche né a genere. Per mantenere la continuità della lettura, l’autore fa sì che l’ultima parola di ogni capitolo diventi la prima parola del capitolo successivo. Tale tecnica continua fino alla fine della storia, che termina con la chiusura della clinica voluta dallo stesso Gregory.

Commento:

Alla luce della lettura di questo romanzo, ritengo che Jonathan Coe sia stato molto abile nell’analisi introspettiva dei personaggi, descritti in modo tale da risultare quasi amici del lettore.

Inoltre la presentazione minuziosa delle quattro fasi del sonno, associate ad ogni personaggio, non solo mi ha permesso di affrontare una tematica mi incuriosiva, ma ha anche arricchito le mie conoscenze. Dunque, l’autore, attraverso le storie intrecciate dei personaggi, è riuscito a trasmettere le emozioni giuste per poter mantenere viva l’attenzione del lettore fine alla fine del romanzo.

-Chiara Parasassi 5bl