THE POST

Regia: Steven Spielberg

Cast: Tom Hanks, Meryl Streep, Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Bradley Whitford, Bruce Greenwood, Matthew Rhys, Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Jesse Plemons, Micheal Stuhlbarg, Zach Woods.

Durata: 118 min

Genere: Biografico, Drammatico

Nazione e Anno: US, 2018

Produzione: Amblin Entertaiment

Distribuzione: 01 Distribution

Trama:Convinto che la guerra condotta in Vietnam dal suo paese costituisca una catastrofe per la democrazia, Daniel Ellsberg, economista e dipendente del pentagono, divulga nel 1971 una parte dei documenti di un rapporto segreto. 7000 pagine che presentano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella Guerra del Vietnam tra gli anni Quaranta e Sessanta che innescano una battaglia senza precedenti in nome della trasparenza e della libertà di stampa. Il primo giornale a rivelare l’affaire è il New York Times, poi costretto a lasciare la pubblicazione da un’appello della corte suprema. Il Washington Post rimette mano ai documenti e rilancia l’intero dossier grazie all’audacia del suo editore, Katharine Graham , e del suo direttore, Ben Bradlee (rispettivamente Meryl Streep e Tom Hanks) scatenando un vero e proprio conflitto tra il giornalismo e la presidenza dell’epoca.

Analisi del film: La caratteristica piu’ importante di “The Post” è il riuscire a raccontare un avvenimento storico come quello dei cosiddetti Pentagon Papers senza limitarsi al passato. La grandezza di Spielberg infatti sta nel far riflettere al film dei caratteri presenti nella societa’ di oggi: nonostante il film sia di genere classico, è evidente come ci sia una volontà da parte del regista di far trasparire problematiche attuali come le fake news, il femminismo e la politica. Sebbene riguardi la politica e metta al centro il ruolo delle donne in una società non ancora abituata a vederle lavorare al pari degli uomini, il film non è focalizzato su questo, ma principalmente sulla necessità di mantenere la stampa libera da ogni condizionamento, di qualsiasi tipo questo sia. Pertanto questo film può essere considerato “un gioioso inno alla liberta’, ma anche un ammonimento a ricordare il peso e la responsabilita’ di quel che ogni giorno viene scritto e stampato” (da Espresso sezione cinema).

Commento personale: Ciò che penso di questo film potrei riassumerlo semplicemente utilizzando una citazione del film stesso: “La stampa serve a chi è governato, non a chi governa”. La stampa, infatti, deve rimanere al fianco dei cittadini e non dei potenti affinché proprio i primi sappiano una qualsiasi faccenda che li riguardi anche se da lontano. Per quanto riguarda il mio commento estetico sul film, penso che questo si sia rivelato l’esatto riflesso dei personaggi che ne hanno fatto parte: inizialmente piatti, ma con il progredire delle vicende a progredire è stata anche la loro performance. Penso inoltre che, come in molti altri lungometraggi di Spielberg, anche in questo film siano centrali i rapporti tra i personaggi. In questo caso abbiamo un rapporto di amicizia, ma allo stesso lavorativo, tra un editore e il suo direttore, ma in altri film abbiamo il rapporto tra un ragazzino e un extraterrestre, tra un Peter Pan adulto e i suoi bimbi sperduti o di un uomo affetto da autismo con la societa’ che lo circonda.

DI MARIANI