VIDEOGIOCHI E VIOLENZA C’è UN LEGAME ?

Da circa due decenni l’uso dei videogiochi è un’attavità molto diffusa soprattutto tra bambini ed adolescenti (ma anche molte persone adulte) . Secondo alcune ricerche il tempo speso nell’uso dei videogiochi sta aumentando sempre di più , ma il dato che interessa maggiomente gli studiosi non è tanto l’uso dei giochi ma la diffusione e la preferenza dei giochi violenti . Secondo un recente report dell’osservatorio AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, 2012) tra i 20 titoli più venduti nel 2011, la metà propone contenuti cruenti, violenti e aggressivi.
[Per saperne di più: 
http://www.stateofmind.it/2016/03/videogiochi-violenti-comportamenti-aggressivi/]

Nel corso degli anni i videogiochi sono stati screditati in tutti i modi da i media e dalla politica affermando che i giochi portano ad un aumento dell’agressività nei giocatori (ragazzi e adulti) , ma questa aggressività si trasforma in violenza nel mondo reale ? Nella maggior parte dei casi la risposta è stata NO , ben due studi che legavano la violenza ai videogiochi sono stai ritirati dalle riviste su cui erano state pubblicate .

L’autore di entrambe le ricerche è lo psicologo americano Brad J. Bushman, un esperto di violenza giovanile che ha dedicato negli anni moltissimi lavori al pericolo rappresentato da media e videogiochi violenti. Come ricostruisce retractionwatch, il primo dei due paper è stato ritirato a gennaio: un articolo pubblicato nel 2012 sul Journal of Communication Research con il titolo abbastanza esplicito “Boom, Headshot!”.(head shot , letteralmemte colpo alla testa , è un termine usato nel gaiming quando si spara facendo centro perfetto nella testa dell’avversario)
Nello studio Bushman analizzava in che modo i videogiochi 
sparatutto, influenzassero la capacità e la precisione nell’utilizzo di una vera arma da fuoco. E concludeva che i videogame possono rendere piuttosto bravi anche a sparare con armi vere, e che dopo ore di allenamento virtuale i gamer avrebbero la tendenza a sparare in testa ( l’Headshot del titolo, una mossa che di solito garantisce più danni nei videogiochi ) anche in un setting realistico. Visto dal punto di vista di Bushman, secondo cui la violenza virtuale può influenzare anche la vita reale, il risultato implicava che se un videogiocatore si fosse trovato tra le mani un’arma da fuoco non solo avrebbe avuto meno scrupoli ad utilizzarla, ma  avrebbe saputo anche farlo.

Si è sperimentato che si , si può impare (almeno parzialmente) ad usare un’arma vera giocando ai giochi di sparatoria , ma questo non vuol dire che se al giocatore vienisse data un’arma questi cominci a sparare in testa alle persone. Infatti questa teoria è stata scartata da molti studiosi e psicologi come per esempio lo psicologo Patrick Markey della Villanova University, un difensore dei videogiochi e autore di ul libro sul tema intitolato HYPERLINK “https://www.newsouthbooks.com.au/books/moral-combat_why-the-war-on-violent-video-games-is-wrong/”Moral Combat: Why the War on Violent Video Games Is Wrong HYPERLINK “https://www.newsouthbooks.com.au/books/moral-combat_why-the-war-on-violent-video-games-is-wrong/””(combattimento morale:perchè la guerra nei videogiochi violenti è sbagliata),analizzando lo studio di Bushman, Markey ha trovato alcune inconsistenze e possibili manomissioni dei dati.

Persino Secondo Thalita Malagò, segretario generale di AESVI, il legame esistente tra videogiochi violenti e tendenza all’aggressività sarebbe infondato. Secondo questa linea di pensiero, l’errore starebbe nel pensare che i principali sostenitori dei videogiochi siano bambini e adolescenti e nel non considerare che chi preferisce videogames violenti, può avere una predisposizione pre-esistente alla violenza.

 

Un’interessante ricerca dal titolo ‘Violent video games and real-world violence: rhetoric versus data‘ (videogiochi violenti e violenza nel mondo reale:retorica contro dati)(Markey et al., 2014), realizzata da alcuni ricercatori della Villanova University e della Rutgers University degli Stati Uniti, ha cercato di scoprire se esista una correlazione diretta tra i videogiochi violenti e il numero di crimini violenti.

I risultati di questa ricerca indicano come esista una correlazione inversa tra il numero di crimini commessi e l’uso di videogiochi violenti: secondo i dati ottenuti infatti, ad un aumento del consumo di videogiochi volenti, corrisponderebbe una riduzione di crimini violenti nei 6 mesi successivi alla pubblicazione del videogioco.

 

Non si sa ancora il perchè di questi risultati , ma sono state fatte alcune ipotesi : la 1°afferma che i giocatori , sfogando la loro aggressività, rabbia e frustrazioni nel videogioco sono portati a non farlo nella vita reale , quindi vengono usati come strumento di sfogo , anche per molti adolescenti . la 2° invece (che è molto più pratica) afferma che I videogiochi violenti hanno un target molto ben definito : i giovani maschi, e questi sono anche i più frequenti autori di crimini violenti. Si crede dunque che nei mesi immediatamente successivi alla pubblicazione dei giochi violenti, i giovani maschi siano più spesso in casa davanti al computer o alla console a giocare, piuttosto che in strada a compiere crimini violenti.

 

Va detto però che ci sono stati casi in cui bambini sono diventati più aggressivi giocando a giochi violenti , ma questo perchè essendo piccoli non sono ancora completamente in grado di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato . Ci sarà un motivo se alcuni giochi hanno un limite di età che va dai 16 ai 18 anni ? A questo punto gli unici da incolpare sono i genitori che non effettuano i necesaari controlli per assicurarsi a cosa giocano i loro figli e se possono farlo .

Ci sono giochi di ogni genere e adatti ad ogni genere si età : giochi di azione , sparatutto , avvenura/eplorazione , indovinelli , di intelligenza , strategici , arcade(stimolo-risposta)ecc

La cosa migliore da fare sarebbe scegliere i giochi a seconda delle età e soprattutto maggiore informazione da parte dei genitori sul tema , com’è possibile accompagnare un minore se gli adulti stessi non sanno come usare al meglio computer e i giochi .Infatti usati correttamente i videogiochi anche possono giovare :

 

L’Università del Minnesota, negli Stati Uniti, ha condotto una ricerca per evidenziare gli effetti dei videogiochi sulla mente umana tramite l’utilizzo di un gioco d’azione. Il risultato? I partecipanti all’esperimento hanno dimostrato un miglioramento nella capacità di attenzione verso le informazioni a livello uditivo e visivo. Inoltre, l’indagine ha evidenziato una maggior velocità nell’abilità di prendere decisioni utili.  Durante l’esecuzione di un gioco, a livello celebrale risulta incrementata la produzione di dopamina. Secondo gli studi in corso presso l’Università di Ginevra, Svizzera, migliora l’attenzione sulle aree visive e la concentrazione diventa più alta, con un effetto positivo sul problem solving. I giochi d’azione aiutano a superare gli ostacoli e individuare soluzioni adeguate in meno tempo: una competenza utile anche nella vita quotidiana. Dalle ricerche emerge che gli effetti dei videogiochi possono stimolare la rigenerazione delle cellule celebrali, incrementano il q.i. e si rivelano utili anche per gli anziani, perché aiutano a contrastare il declino mentale.

di Bordoni Sophie