FRAMMENTI DI GUERRA

INTRODUZIONE: sono sempre stata curiosa dell’infanzia passata dai miei nonni. Da bambina mi capitava spesso di chiedere le stesse cose in loop, mi piaceva percepire, nelle loro voci, il sentimento con cui raccontavano ciò che avevano vissuto. L’intervista che leggerete però, non tratta un tema piacevole o leggero… ho deciso di mettere su carta un loro pezzetto di vita, per poterlo condividere con i miei lettori.

NB: durante la lettura potreste incontrare termini prettamente dialettali, ho riportato parola per parola ciò che mi è stato detto ed essendo nati e cresciuti in un piccolo borgo, il loro gergo non sarà di certo di livello dantesco, ma piuttosto, come direbbero loro “tera tera”.

Quali sono i tuoi ricordi in prima persona della guerra?

Lei: «Beh, in prima persona mi ricordo che…che mamma, ci diceva che c’erano sti tedeschi e ci diceva da sta boni, perché questi entravano da tutte le case. Cercavano ova, cercavano polli, galline! Tutto quanto, cercavano. E allora ci diceva da sta boni perché sennò ce facevano pure del male, capito? E noi altri stavamo boni…questi entravano, uscivano da casa, quello che trovavano si portavano via. Noi altri non c’avevamo più niente dentro casa da magnà! Ecco… *si corregge* da mangià.»

Lui: «La persecuzione tedesca ed fascisti insieme, che facevano le.. come si dice, la rappresaglia, non con le armi, ma con i moschetti a dar le botte tra una cosa e l’altra, a quelli ritenuti partigiani o fiancheggiatori dei partigiani.

Questi, in pattuglie di quattro o cinque persone, facevano tutte le strade principali di Leonessa*, avanti e indietro.. e da qualche parte, dove c’avevano i sospetti che quarcuno fiancheggiava i partigiani, bussavano alle porte delle case e facevano uscì giù i parenti, i genitori, i figli e na cosa e l’altra… hanno fatto la rappresaglia personalmente per tutte le strade, dove trovavano le persone giovani eccetera, lì li requisivano e… come si dice, l’hanno incolonnati, l’hanno tenuti prigionieri, messi in fila dico. In una rappresaglia, là do sta il monumento, hanno ucciso 47 persone.»

*paesino situato nel territorio umbro

Un episodio specifico che ti ha profondamente segnato.

Lei: «Eee mamma m’ha raccontato che io ero piccola e m’aveva nascosto lo prosciutto sotto al lettino. Però, quanno se so avvicinati quelli, mamma tremava!! Se poteva proprio cascà dalla paura perché quanno hanno visto che se so avvicinati, dice “mo vedono lo prosciutto e m’ammazzano a me e i figli”, capito? E quella m’è rimasta impressa perché mamma ce la raccontava e tremava! Capito?»

Lui: «Vicino a noi abitava un sacerdote giovanissimo, si chiamava Don Concezio * frasi sussurrate, a quanto sembra dubbi sulla veridicità del nome*. Lui era… come te posso dì, lui faceva il cappellano e, quando ci stava la riunione dei partigiani di allora, andava a dire la messa ai campi loro, secondo dov’erano. Durante l’ispezione dei tedeschi, l’hanno sequestrato dentro casa, ce stava la madre che, quando ha visto che facevano rastrellamenti per tutti, è venuta pure a bussà a casa mia per vedere se c’era Don Concezio e, se c’era, de tenello nascosto perché lo cercavano disperatamente i tedeschi per la fucilazione preparata per il 7… de che mese era?!.. il 7 aprile. Alla fine è stata effettuata, l’hanno trovato e preso assieme a 47 persone, l’hanno portate lì, fuori Leonessa, dalla parte destra sotto la montagna della torre e lì l’hanno fatto immediatamente: l’hanno ammazzati tutti assieme.»

Tu e la tua famiglia siete stati costretti a spostarvi durante questo periodo? Se sì, dove?

Lei: «No no, noi non ce semo spostati, perché mamma faceva il pane all’oper… ai pastori, però nel frattempo questi se pijavano pure la parte del pane che facevano per i pastori e ai pastori glie ne arrivava ben poco… Lavorava la notte, metteva lievito, co n’altra zia mia; facevano delle proprio .. delle tavole piene de pane! E mi madre stava sempre a lavorà. Loro venivano, se ‘chiappavano il pane e se n’annavano: l’ova, farina, quello che trovavano. E noi altri rimanevamo senza.»

Lui: «No, niente. Siamo stati sempre a casa senza nessuna ripercussione.»

Come avete ricevuto la notizia della fine della guerra?

Lei: «Dalle autorità del paese e allora tutti se so’ un po’..*pensa bene al termine da usare* insomma ri..riaffiatati. la paura è finita, insomma, via.»

Lui: «Attraverso la radio. C’erano i bollettini radio che facevano… trasmettevano a quell’ora normalmente, e comunicavano. Poi c’erano anche i giornali ed i bollettini di guerra; questi dicevano quello che dovevano fare, quello che avevano fatto e quello che avevano subito. Sempre attraverso la radio.»

 

Chiara Parasassi 5bl