Il pompiere paura non ne ha

I vigili del fuoco sono professionisti del soccorso. Come tutti sappiamo, ogni giorno mettono in pericolo la loro vita pur di aiutare il prossimo e garantirne la sicurezza. Con l’aiuto e l’esperienza di mio padre oggi, nel mio piccolo, ho voluto in qualche modo mettere in risalto il suo lavoro e quello di tantissimi altri vigili del fuoco nel mondo, un mestiere così onorevole ma allo stesso tempo così rischioso.

Partiamo da dove tutto è cominciato: perché hai scelto di diventare vigile del fuoco e qual è stato il percorso che hai dovuto intraprendere per formarti professionalmente?

“Ho scelto questo lavoro semplicemente perché è quello che ho sempre voluto fare, la figura del vigile del fuoco mi ha sempre affascinato. Così a 21 anni, tramite un concorso, sono riuscito a frequentare il corso di formazione a Capannelle della durata di 6 mesi. Il corso prevedeva un addestramento sotto ogni punto di vista: si iniziava da quello fisico, con ginnastica o nuoto tutti i giorni, per finire con l’esercitazione teorica in aula. A livello professionale invece, il corso mi ha insegnato le basi del mestiere ad esempio a montare ed utilizzare la scala italiana (quella fissata a terra) e la scala a ganci (utile per interventi su palazzi in cui non ci sono balconi), per non parlare delle varie esercitazioni con la scala aerea (quella che si trova sul camion) e i salti dal telo. Naturalmente mi hanno insegnato ad usare l’estintore in qualsiasi tipo di situazione, dai piccoli incendi fino ad arrivare a incendi su aerei o in metropolitana. Per un vigile fuoco è però molto importante proteggersi dal rischio a cui si va incontro, per cui ci insegnavano ad usare gli autoprotettori (maschere e bombole d’aria necessarie contro il fumo) e tute NBCR (le quali proteggono dal contagio in caso di dispersione di materiali chimici e radioattivi). Passati sei mesi ho iniziato a lavorare, prima a Livorno per due anni e successivamente al comando di Roma di Via Genova.”

Quindi i vigili del fuoco vengono addestrati per affrontare ogni tipo di situazione. Però quali sono le varie specializzazioni e i ruoli all’interno di una squadra, e qual è il tuo ruolo in particolare?

“Le varie squadre sono formate da vigili pronti ad intervenire, un caposquadra che coordina l’intervento e un caporeparto, di un grado sopra al caposquadra chiamato a prendere decisioni importanti, spesso affiancato da un ingegnere di turno. Il servizio dei vigili è coperto 24h su 24h per cui esistono diversi specialisti: ci sono le unità cinofile, i sommozzatori, gli elicotteristi, i radiometristi e, in caso di terremoti, volontari e vigili specializzati in mezzi cingolati (tra cui ruspe, ecc…). Il mio lavoro è quello del radiometrista con ruolo di caposquadra esperto all’interno della squadra. Il radiometrista si occupa di interventi che riguardano materiale radioattivo ed emergenze tra cui minacce di attentati terroristici, ad esempio a presidenti in visita in altre nazioni, come successe anni fa a Bush, l’allora presidente degli Stati Uniti.”

Una cosa che mi ha sempre incuriosito invece è la vostra organizzazione e rapidità di intervento. Che succede dopo aver ricevuto una chiamata?

“In realtà è un meccanismo abbastanza semplice perché ben organizzato. Ognuno di noi ha un ruolo ben preciso: il centralino ricopre ovviamente tutta la città, per cui una volta ricevuta la chiamata al 115, a seconda della zona in cui è necessario l’intervento dei vigili del fuoco, il centralino manda una determinata squadra di soccorso la cui base si trova lì nei dintorni.”

Ti va di raccontare un aneddoto e un episodio che invece ti ha segnato particolarmente?

“Un episodio che purtroppo ricordo bene è stato il mio primo intervento in assoluto. Una notte ci hanno chiamato per un incendio scoppiato in un appartamento a causa di una stufa; purtroppo la vecchietta che vi abitava non ce l’ha fatta, ma preferisco omettere i dettagli. Un aneddoto molto divertente invece riguarda la chiamata abbastanza curiosa che ricevemmo dai condomini di un signore ritenuto pazzo. Quest’ultimo infatti minacciava di lanciarsi dall’ottavo piano, del tutto nudo. A quel punto siamo intervenuti sul posto noi pompieri, ma anche la polizia e la croce rossa. Mentre il resto della mia squadra montava il telo gonfiabile per non farci trovare impreparati in caso di un improvviso salto da parte del signore, io ed un mio collega usando la scala aerea del camion siamo entrati dalla sua finestra… e indovina un po’? Era nudo e tranquillo a guardarsi la televisione sul divano; a quel punto venne portato via dalla croce rossa.”

Hai mai avuto paura durante una spedizione?

“Non hai paura, in quel momento pensi ad intervenire e basta. In molti casi c’è in gioco la vita delle persone, per cui non puoi permetterti di esitare, devi fare il tuo dovere. Il vigile del fuoco è esposto ad un rischio continuo, ma questo bisogna metterlo in conto nel momento in cui si sceglie di voler fare questo tipo di lavoro.”

Martina Salusest