Saresti disposto a tornare indietro?

Telefoni,computer, tablet fanno ormai parte della nostra quotidianità, per la nuova generazione infatti risulta quasi impossibile poter vivere senza. La tecnologia ha ormai preso il sopravvento sulle nostre vite, portando anche alla formazione di una nuova società. Ma come si stava senza telefono anche solo 30 anni fa? Abbiamo intervistato una donna di 50 anni che ci racconta la sua esperienza passata, confrontandola con quella attuale.

La prima domanda posta è stata: «Come facevate ad organizzarvi senza cellulari,e soprattutto come facevate in caso d’imprevisto?»

Elisabetta,la donna intervistata, ci dice: « Bhe, per gli appuntamenti utilizzavamo i telefoni di casa fissi e quando ci si spostava per la città chiamavamo attraverso le cabine telefoniche e avevamo tutti la nostra agendina personale con i numeri appuntati».

«Nel tempo libero i ragazzi d’oggi si rifugiano nella tecnologia, trasformando l’uso del cellulare come un vero e proprio passatempo. Come trascorrevano invece i ragazzi della tua generazione il loro tempo libero?»

«Prima era tutto diverso, esistevano comitive di 30 persone se non di più, quindi si usciva senza neanche informarsi di chi già c’era, perchè avevi la sicurezza di trovare nel punto d’incontro sempre qualcuno, i ragazzi dei miei tempi “vivevano la strada” mentre quelli d’oggi escono molto di meno».

«Ricordi ancora come approcciavano i ragazzi per conquistare una ragazza?»

«Certo! conservo ancora tutte le lettere d’amore che mi scrivevano. I ragazzi di oggi sono molto più timidi,corteggiano una ragazza sui social o inviandogli messaggi su Whatsapp, prima agivano molto di più dal vivo».

« Nonostante la comodità che ha portato la tecnologia,saresti mai disposta a tornare come nel passato?»

«Assolutamente sì! I miei tempi erano più belli, eravamo meno controllati dai genitori,ci vedevamo di più e ci divertivamo in altri modi.»

«Come vedi la generazione attuale tra 20 anni?»

«Ci sarà sempre meno comunicazione, alcuni lavori saranno sostituiti da internet e ciò mi sconforta».

 

DI FABIANI