Le piante possono provare sentimenti?

Uomini e animali non sono gli unici enti a vivere sulla Terra: infatti esistono anche le piante, che
pur essendo geneticamente organismi più complessi, li riteniamo esseri completamente diversi da
noi. Ma dato che in alcun modo comunicano direttamente con noi, le piante sono esseri passivi?
Che sono influenzate da noi solo quando le annaffiamo o strappiamo? Sono davvero così
impassibili alle nostre vite?
Esse abitano le nostre case, bevono, respirano, addirittura ci permettono di respirare poiché riescono
a rimettere nell’atmosfera ossigeno gassoso essenziale per la nostra respirazione, alcune persino
mangiano, nonché offrirci immensi e stupefacenti paesaggi.
Le piante sono sempre state considerate relativamente insensibili, cioè che non percepiscono alcune
influenze, care invece all’essere umano e agli altri animali, quello che noi generalmente chiamiamo
emozioni e sentimenti, appartenenti cioè al subconscio; la Comunità Scientifica è grossomodo
concordante con questa sentenza. Tuttavia questa affermazione verrebbe contradetta da uno
scienziato statunitense deceduto cinque anni fa, ovvero Cleve Backster, il quale fu uno specialista di
interrogatori della C.I.A., esperto nell’uso del poligrafo, che, nei lontani anni ’60 del secolo scorso ,
preso da una grande curiosità, decise di utilizzare “la macchina della verità” su una pianta. Il
risultato fu che l’essere vivente esaminato reagiva ad eventi come l’annaffiamento o la violenza
condotta su un suo simile, con dei segnali che venivano individuati dal poligrafo; la teoria derivante
da questi esperimenti fu chiamata “percezione primaria delle piante”, titolo del libro scritto dal
suddetto scienziato. La comunità scientifica si divise, soprattutto dopo che molti provarono a
ripetere gli esperimenti condotti da Backster, concludenti con risultati nulli, che dunque
contraddicevano la tesi dello scienziato, criticando addirittura le modalità con le quali questi
esperimenti vennero condotti; alcuni rifiutarono completamente tale teoria, altri pensarono che
avesse dei presupposti corretti, poiché una rivalutazione delle piante come esseri viventi più simili a
noi di quanto avessimo mai pensato era già cominciata. Teorie simili, compresa l’esperienza di
Backster, vennero raccolte in un libro, “The Secret Life of Plants”, scritto da Peter Tompkins e
Christopher Bird nel 1973, edito in italiano solo nel 2002. Anche se le teorie di Backster si
rivelarono errate, come del resto anche il suo esperimento, esse aprirono le porte ad una diversa
considerazione degli esseri vegetali, i quali, per chissà quali teorie in un futuro, potrebbero essere
visti con occhi totalmente diversi dai nostri; la questione sulla rivalutazione delle piante, come
anche la forse connessa riconsiderazione dell’acqua, sono tutt’ora oggetto di studio per la Comunità
Scientifica.

Marco Panzironi, IV L