L’IMPEGNO NEL VOLONTARIATO

Venerdì 26 aprile, noi della classe terza A  abbiamo avuto il piacere di intervistare la Signora Barbara Santi, che collabora con un’associazione, “Avaz”,  che si occupa di cooperazione internazionale e di commercio equo e solidale.

Lavora da circa sette anni in questa associazione, la quale ha realizzato il progetto “Villaggio Fraternité” in Camerun, un centro in cui vengono accolti  bambini con gravi disagi familiari e sociali: qui si provvede all’  istruzione, alla cura ed alla salute dei ragazzi, viene dato loro cibo, acqua e tutto ciò di cui necessitano per vivere dignitosamente.  Questi bambini hanno un luogo in cui  trovare persone che quotidianamente offrono il loro aiuto a chi  ha bisogno: l’associazione, oltre a costruire villaggi e strutture scolastiche,  offre materiale,  divise e tutto quello che serve ai piccoli alunni.  La nostra classe ha visto gli edifici ed i luoghi in cui sono accolti i bambini, attraverso una videochiamata con uno dei volontari che è partito per l’Africa. Questa associazione è una Onlus, che sta per Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale. L’ “Avaz” non è la prima associazione non profit  in cui ha lavorato Barbara, infatti venti anni fa ha cominciato a fare volontariato in un’associazione di nome “Peter Pan”, che offre anch’essa aiuto ai bambini malati ed alle loro famiglie. Il lavoro nel volontariato non è solo un impiego, ma anche una scelta di vita, che viene condivisa con le persone che amiamo e, in questo caso, con il proprio marito.

Abbiamo successivamente posto delle domande a Barbara su ciò che ci ha interessato ed incuriosito maggiormente.

-Quando ha preso la decisione di mettere da parte il lavoro tradizionale e di intraprendere la strada lavorativa nelle Onlus, non aveva  paura di non riuscire a fare carriera?

-Sinceramente avevo un po’ di paura perché, oltre a lasciare un posto di lavoro fisso e sicuro, entrare a far parte del non profit non garantiva stipendi molto alti. Per fare questa scelta, c’è stato bisogno anche di un po’ di incoscienza e di numerosi sacrifici, che in futuro però sono stati ripagati.

-Lavorare nel non profit è stata una soddisfazione?

-Lavorare nel non profit è stata una grande soddisfazione, ho svolto molti compiti all’interno dell’associazione. Sono stata la prima dipendente di “Peter Pan” e, quando dopo qualche anno sono arrivati altri collaboratori, ho avuto anche l’opportunità di  lavorare nella comunicazione e fare quindi quello che più mi piaceva. Lavorare a contatto con bambini gravemente malati mi ha dato molte sofferenze, soprattutto quando mi è capitato di affezionarmi tanto ad alcuni di loro. Nonostante questo, non ho nessun rimpianto, anzi…

-Come si è trovata con i suoi colleghi?

-Con la maggior parte dei miei colleghi ho avuto rapporti bellissimi, solo qualche volta un po’ difficili a causa di visioni diverse. Tutti questi rapporti sono  basati comunque su valori comuni e su idee simili.

Ci ha infine parlato del 5×1000, una semplice azione  con cui si può donare parte delle proprie tasse alle associazioni come l’Avaz e, così facendo, si può dare una mano a chi  ha bisogno, senza spendere nulla.

Abbiamo concluso l’incontro con una merenda a base di crema di nocciole della Bottega Avaz ed altri prodotti del commercio equo e solidale.

Con questo incontro, abbiamo scoperto la bellezza del mondo del volontariato e ringraziamo molto Barbara per averci dato questa grande opportunità.

Matteo Bellini , Edoardo Ciani , Edoardo Moscatelli e Marco Trusiani

Classe terza A