CARO DIARIO, IMMAGINANDO DI ESSERE MALALA

Sono qui per dirti quel che penso e quel che vorrei cambiasse. So che tutti i ragazzini che si trovano nella mia situazione, vorrebbero esprimere la stessa opinione che sto per raccontarti. Mi ricordo quando i Taliban mi spararono, erano convinti che avrebbero cambiato le nostre aspettative, ma non ci sono riusciti, anzi hanno elevato la nostra ribellione. Mohamed mi ha insegnato cosa significa avere compassione, io non odio il Taliban che mi ha sparato, io non gli sparerei se avessi una pistola in mano. Vorrei che tutti avessero un’istruzione per rendersi conto delle cose che ci circondano. Gli estremisti hanno paura dell’istruzione, hanno paura che le donne parlino. Hanno paura dell’uguaglianza nella nostra società. Ma per l’istruzione è necessaria la pace e noi di pace non ne abbiamo neanche un po’. La povertà, l’ignoranza, l’ingiustizia, il razzismo e la privazione dei diritti umani sono i problemi principali con i quali noi facciamo i conti. Tutti dobbiamo lottare per i nostri diritti, dobbiamo farci sentire. Bisogna respingere i pregiudizi, garantire libertà e uguaglianza e rassicurare le donne affinché abbiano coraggio. Vogliamo che i bambini di oggi abbiano un grandioso futuro. Dobbiamo credere in noi, perché parlando possiamo cambiare il mondo, possiamo far capire quali sono i nostri diritti. Non dimenticate che milioni di persone sono ignoranti e non hanno le scuole, lasciateci prendere libri e penne, queste sono le nostre armi. L’istruzione può cambiare il mondo.

Federica Pastore, Carola Perna e Vanessa Zuo 2aL