Nave della Legalità

Prima di partire con la Nave della Legalità ero molto curioso di scoprire cosa mi avrebbe riservato questa esperienza e quanto poi mi sarei portato dentro, una volta terminata. Sono arrivato al porto di Civitavecchia la mattina del 22 Maggio, molto impaziente di partire per conoscere ulteriormente questo terribile fenomeno, che è la mafia, e la lotta e il contrasto che la manifestazione vuole ottenere, in commemorazione delle vittime, giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte. Prima della partenza, noi studenti, docenti e Autorità abbiamo assistito agli interventi tenuti da grandi personalità come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero, il Ministro del MIUR Valeria Fedeli ed altri, che, con i loro discorsi, hanno fornito un’ idea di come sia stato vivere le stragi di Capaci e di via D’Amelio, in quel determinato momento storico, e di cosa bisogna fare per evitare che ciò non accada più. Al termine, ecco che abbiamo intrapreso il nostro viaggio sulla Nave della Legalità, alla rotta di Palermo!
All’interno di essa, ho percepito un clima di allegria e di solidarietà che ha reso il viaggio particolarmente piacevole. Alle ore 21 si è tenuta una conferenza il cui tema era appunto la lotta alla mafia. Gli ospiti hanno rappresentato l’elemento fondamentale poiché, grazie alle loro testimonianze, in quanto persone che hanno vissuto a stretto contatto con le vittime delle due stragi, con le loro parole colme di commozione, sono riuscite a trasmettere in me un vero e proprio senso di forza e voglia di cambiare. Ho anche compreso come la morte dei due giudici e delle rispettive scorte non sia stato solo un attentato a dei personaggi che rappresentavano la giustizia, ma di come sia stato un attentato a un vero e proprio ideale che, a contrario di ciò che si poteva pensare, non è morto, ma si è proprio rinforzato e diffuso dopo questi terribili eventi.
In particolare, sono stato colpito dalla testimonianza di Tina Montinaro che da 26 anni non si è mai arresa, continua a lottare contro coloro che hanno ucciso suo marito e molte altre persone, per fare in modo che nessuno viva dei momenti come quelli che, immagino, abbia vissuto lei ventisei anni fa. Dopodiché è stato proiettato un breve documentario che ha mostrato, grazie a video originali e testimonianze, i bruttissimi momenti che la città di Palermo e l’Italia intera deve aver trascorso quel pomeriggio del 23 Maggio 1992.
La mattina del 23 Maggio siamo sbarcati a Palermo e il nostro gruppo è stato indirizzato verso piazza Magione dove era stato allestito da un lato un palco, sul quale si sono esibiti molti ospiti, e, nel resto della piazza, erano presenti numerosi stand sulla Lagalità. Abbiamo così trascorso la mattinata e una parte del pomeriggio lì , fino a radunarci in seguito tutti in via d’Amelio, luogo dell’attentato a Paolo Borsellino, per dare inizio al corteo fino a raggiungere l’Albero, in memoria di Giovanni Falcone in via Emanuele Notarbartolo. In quel punto abbiamo assistito agli interventi delle Autorità, di cantanti e artisti fino alle 17:58, quando è avvenuto il minuto di silenzio, in memoria di coloro che persero la vita nei due attentati. È stato un momento pieno di emozioni da parte di tutta la gente presente in strada, affacciata dalle finestre, dai negozi, dai bar… E’ stato interessante vedere come gli ideali seguiti fino alla fine da queste persone non siano morti , ma si siano trasmessi e come abbiano svegliato nell’animo di moltissimi Italiani la voglia di voler cambiare e migliorare le cose. Infine ci siamo poi recati di nuovo al porto di Palermo dove siamo ripartiti per Civitavecchia. Ognuno di noi penso sia stato arricchito da questa esperienza e ritengo che porti dentro di sé un pezzo di questo viaggio, così pieno di significato. Tutto ciò mi ha insegnato che bisogna sempre lottare con tutte le proprie forze e con coraggio per ciò che si vuole ottenere, per i nostri ideali, e che, se siamo convinti che le nostre idee siano giuste, dobbiamo difenderle anche a costo della nostra vita poiché, come diceva Paolo Borsellino: “Chi ha paura muore ogni giorni, chi non ha paura muore una volta sola!”.

di Stefano Cavo