UN MARE DI PLASTICA

In alcune acque del pianeta, l’inquinamento sta prendendo il sopravvento. Vi sono delle vere e proprie isole di spazzatura nel mare. Il 90% è costituito da plastica, quali buste e bottiglie. Tuttavia essa non è biodegradabile e, per scomporsi, può impiegare un ciclo di tempo che varia dai 100 ai 1000 anni. La domanda che ci si pone è come riesce ad arrivare tutta questa spazzatura negli oceani. La risposta è semplice. La plastica che viene gettata dove non è possibile farlo, soprattutto ai lati delle strade, durante il susseguirsi di piogge, viene trasportata nei fiumi, e a loro volta, nei mari. Questo è un problema che riguarda tutti gli oceani del mondo, tuttavia nessuno, o forse pochi, al giorno d’oggi si pongono il dilemma. Quello dei rifiuti in mare, non è solo una questione estetica. Uno tra gli effetti dell’accumulo eccessivo della plastica riguarda la nostra stessa alimentazione. Questo perché tonni, pesci e cetacei la confondono con una loro fonte di cibo. I rifiuti di plastica uccidono fino ad un milione di uccelli marini, 100 mila mammiferi marini e una quantità immensa di pesci ogni anno. Anche se la plastica non è biodegradabile, l’azione continua del vento e delle onde è in grado di sminuzzare gli oggetti in frammenti sempre più piccoli, facilmente ingeribili da animali marini che possono rimanerne soffocati. L’unica soluzione più plausibile al momento, è pertanto quella di cimentarsi nel buon costume della raccolta differenziata.

SOFIA BORSETTI